Elezioni regionali in Emilia Romagna: ha vinto il PD? No, ha vinto Bonaccini.

In realtà il mito della “Emilia Rossa che resiste a Salvini” è una frottola ad uso dei gonzi. Lo stop ai leghisti è la vittoria di Bonaccini, non del PD. Il governatore si è infatti tenuto ben lontano dai simboli del partito (il che la dice lunga sull’effetto traino negativo di quella sigla), mentre la Bergonzoni è stata percepita come avatar di Salvini. La sfida è stata fra chi ha governato il territorio e chi voleva utilizzare una eventuale vittoria come ariete sulla politica nazionale. I cittadini, giustamente, hanno premiato chi ha trasmesso loro un messaggio di attenzione al territorio e di continuità amministrativa, piuttosto che farsi strumentalizzare per motivi che poco hanno a che fare con i loro bisogni. Va ad onore del senso civico e della coscienza sociale degli emiliano-romagnoli. E’ anche un po’ la sconfitta del giochino del test elettorale permanente. Un meccanismo perverso per cui anche le suppletive vinte dalle opposizioni al municipio XII di Roma sono la prova che il governo in carica si debba dimettere. L’Italia, francamente, non ha bisogno di un derby continuo e Salvini deve capire che, oltre a far propaganda, lanciare tweet e prodursi in perfomance da avanspettacolo di risulta, andando a citofonare alla gente, dovrà, prima o poi, anche governare.
A parte questo – ma l’equazione “vittoria in EMR = governo che si dimette/cade/implode” è una libera associazione di idee che non ha riscontro costituzionale – la situazione non cambia: c’è un governo che rischia di franare per l’implosione di uno dei due partiti che lo sostengono. Era vero ieri ed è vero ancor di più oggi, visti i numeri grillini, transfughi e cedimenti alla camera ed al senato. Fioccano le promesse di essere inseriti in lista in “un posto bbono” e quindi partono zattere, barchine e barchette cariche di peones che l’eccezionalità grillina ha proiettato nell’empireo degli stipendi, quelli si a cinque stelle. Insomma nulla di nuovo: la politica è un ufficio di collocamento per privilegiati, la frattura con la società non potrebbe essere più grande e il disinteresse delle persone anche. Bonaccini in questo senso è un po’ una anomalia: in Emilia Romagna c’è stato un incremento dei votanti, ma forse proprio per il discorso di “politica sul territorio e per il territorio” portato avanti dal vincitore. 
CB