Federlazio: in secondo semestre 2019 no crescita Pmi

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Roma – Immobilita’ e assenza di crescita delle piccole e medie imprese nel Lazio nel secondo semestre, crollo dell’occupazione rispetto al 2018, aumento del numero di imprese rispetto al dato nazionale, grazie in particolare al traino di Roma e Provincia. Sono i dati emersi dall’indagine congiunturale condotta da Federlazio su un campione di 450 imprese associate, e relativi al secondo semestre 2019.

“La prima considerazione che emerge nella nostra indagine e’ una sostanziale conferma del trend negativo registrato gia’ nei mesi scorsi- ha detto il dg di Federlazio, Luciano Mocci- Una immobilita’ e assenza di crescita che, purtroppo, emerge da quasi tutti i dati raccolti sia sul piano nazionale che su quello regionale”.

Il saldo di opinioni tra gli interpellati sull’andamento degli ordinativi per quanto riguarda il mercato nazionale si attesta a +0,5 punti, accentuando la riduzione che si era gia’ manifestata nella prima parte del 2019 (+1,1%) rispetto al valore di +9,3 registrato nel secondo semestre 2018.

Negativi i saldi relativi ai mercati internazionali: quelli dal mercato UE passano da -2,7 punti a -6,4, mentre quelli dal mercato extra UE migliorano ma continuano a fare registrare il segno negativo: da -9,1 a -7,6. Arretra anche il saldo di opinioni sul fatturato del mercato interno, che passa da +1,7 punti a +1. Ancora piu’ negativi i valori registrati sul mercato UE (da -2,9 a -9,7) e quelli sul mercato extra Ue (da -1,9 a -10,8). Passi indietro pure sui punti di vista delle aziende in relazione all’andamento della produzione:-4,8 rispetto a -1,5 del primo semestre 2019.

Le esportazioni nel 2019 sono aumentate di molto rispetto al 2018 (+21,4% rispetto al -4,7% di un anno fa) tuttavia “gli sforzi della Regione per far si’ che cresca la percentuale di imprese perche’ inizino un processo di internazionalizzaione, sono ancora troppo poche quelle che esportano”, ha spiegato Mocci.

Dall’indagine e’ emerso che il 63% delle aziende del Lazio ha dichiarato di non operare sui mercati internazionali, per il 36,1% perche’ “la struttura aziendale non e’ attrezzata per affrontare i mercati esteri”, secondo il 56,9% perche’ “il mercato nazionale assorbe completamente la produzione”. Restano stabili gli investimenti (il 32,7% delle imprese dichiarano di averne effettuati nell’ultimo semestre, contro il 32,6% del semestre scorso e il 37% di quello ancora prima), mentre per Federlazio crolla l’occupazione: dopo il saldo di opinioni positivo ma sempre in calo tra il secondo semestre 2018 (+15,1%) e il primo del 2019 (+8,2%), si registra un ulteriore forte calo tanto da arrivare al segno negativo: -0,5%.

Dove l’occupazione e’ cresciuta sono aumentati di piu’ i contratti a tempo indeterminato (dal 40,5% al 50%), restano stabili quelli a tempo determinato. Buone notizie anche sul fronte delle nuove imprese. La crescita nel 2019 e’ stata dell’1,57%, superiore a quella registrata in tutte le altre regioni e quindi anche sulla media nazionale (+0,52%). Merito in particolare del traino di Roma e Provincia dove il numero di imprese e’ cresciuto dell’1,6%.

Per quanto riguarda le previsioni rispetto al primo semestre 2020, segnali positivi arrivano dagli imprenditori sugli ordinativi che sono in aumento su tutti i mercati (da 6,7 a 9,9 su quello interno, da -3,2 a +2,8 su quello UE e da -2,2 a +8,6 su quello extra Ue). Positive complessivamente le previsioni sul fatturato, in aumento sia sul mercato Ue e extra Ue, in leggero calo su quell interno. Stabili gli investimenti, mentre restano negative le prospettive occupazionali dove il saldo passa da -2,3 a -2,5.

“Anche le rilevazioni registrate nel secondo semestre 2019 confermano un trend fortemente negativo- ha detto il presidente di Federlazio, Silvio Rossignoli- Purtroppo parliamo di una tendenza costante ormai da alcuni semestri ed e’ preoccupante la continua assenza di segnali di ripresa. Piccoli segnali incoraggianti li troviamo solo sul tasso di crescita delle imprese nel Lazio ma si tratta di segnali troppo timidi per considerarli utili a una crescita economica. Senza un scossone alla nostra economia, che potrebbe arrivare da una sensibile riduzione della pressione fiscale o da un programma di grandi investimenti pubblici, sara’ difficile che possano riaccendere i motori dell’economia nazionale e regionale.”

“Nonostante gli encomiabili sforzi messi in campo dalla Regione, con i bandi sull’energia pulita, digitalizzazione, internazionalizzazione e start up, non si riesce a innescare la spinta verso lo sviluppo economico e in questo quadro le imprese possono mettere in campo sol strategie di piccolo cabitaggio”. Questa analisi congiunturale e’ una fotografia scattata prima dello scoppio del coronavirus in Cina: “L’orizzonte e’ incerto e con quello che sta succedendo dall’altra parte del mondo, da qui ai prossimi giorni andranno fatte delle riflessioni serie- ha aggiunto il dg Mocci- La ‘barca’ impresa ce la fa e non ce la fa. Le fibrillazioni quotidiane del governo non aiutano, abbiamo bisogno di qualcosa di concreto sulla burocrazia, sulla lentezza della giustizia e sul livello di infrastrutture non adeguato al Paese dove viviamo”.

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