Fimp a D’Amato: i pediatri nel Lazio sono 757 e non 1.100

Roma, 23 ott. – “Sono 757 i pediatri di famiglia in tutta la Regione Lazio. Settecentocinquantasette e non 1.100 come dichiarato dall’assessore alla Sanita’, Alessio D’Amato”. Parte da qui Teresa Rongai, segretario della sezione Roma e Lazio della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), per rispondere sulla necessita’ di un maggiore impegno da parte della categoria dei medici pediatri in merito alla situazione Covid-19.

“La replica alle ultime dichiarazioni dell’assessore e’ doverosa- afferma Rongai- ma non solo per fare il punto sui numeri, ma per sottolineare il grande impegno e la professionalita’ dimostrata dalla categoria dei pediatri di famiglia dall’inizio della pandemia ad oggi. In un momento di grave difficolta’, come quello che stiamo attraversando, leggere le parole pronunciate ieri in commissione regionale Sanita’ dall’assessore Alessio D’Amato ci ha profondamente indignato”, fa sapere il segretario Fimp Roma e Lazio.

“Con la ripresa delle attivita’ scolastiche ed educative i pediatri di libera scelta, proprio perche’ considerano la continuita’ scolastica una esigenza essenziale, stanno lavorando senza sosta all’individuazione dei casi sospetti, al tracciamento e al follow-up dei pazienti pediatrici. Un lavoro senza tregua che tenta di sopperire anche alle mancanze di altri servizi sul territorio che non sono mai stati attivati- puntualizza Rongai- come le USCA pediatriche, a quello delle Asl che non riescono a sostenere l’enorme richiesta di tamponi e ad effettuare il contact-tracing”.

La sorveglianza sul territorio e’ “ricaduta totalmente a carico dei pediatri di libera scelta che agiscono nel rispetto del codice deontologico, secondo scienza e coscienza e seguendo la normativa vigente. È necessario, infatti, sottolineare che sulla base dei documenti tecnici nazionali (Iss), internazionali (Ecdc) e regionali per individuare un bambino Covid positivo, allo stato attuale, non abbiamo la possibilita’ di fare diagnosi sui sintomi clinici o sui criteri epidemiologici.”

“Solo i test diagnostici- sottolinea Rongai- ci consentono di avere risposte certe per limitare la diffusione della malattia. Per tale motivo siamo quotidianamente in contatto con i referenti scolastici e cerchiamo, con grandi difficolta’, di collegarci con i Dipartimenti di Prevenzione per isolare, monitorare e controllare che il percorso diagnostico-terapeutico seguito sia corretto per il reinserimento nella comunita’ scolastica. Individuare tempestivamente un caso Covid+ e’ una missione per la tutela della salute pubblica”.

Isolando un caso positivo, “proteggiamo non solo il bambino stesso, ma i suoi fratelli, i suoi genitori, i suoi nonni, i suoi compagni di classe, i genitori dei suoi compagni di classe. La nostra disponibilita’ verso le famiglie che si rivolgono a noi per consigli e dubbi e’ continua.”

“Durante tutta la giornata i nostri canali di comunicazione sono attivi (telefono, sms, e-mail, whatsapp, etc.) e anche nei giorni festivi attraverso i presidi territoriali degli Ambufest con grande soddisfazione da parte dei genitori che, dopo un primo momento di disorientamento, adesso hanno capito e ci ringraziano!”

“I tanti messaggi di solidarieta’ che riceviamo dalle nostre famiglie ci confortano e ci danno la spinta a non arrenderci. È un momento critico, per tutti. Non e’ il momento delle accuse. Non e’ il momento della polemica. È il momento di agire e collaborare”, aggiunge Rongai.

Fin dall’esordio della pandemia i pediatri di famiglia della Fimp Roma e Lazio hanno collaborato, lo hanno fatto “con la Regione Lazio per ben 3 mesi per strutturare la piattaforma LazioDoctorCovid e partecipando attivamente per apportare le modifiche per la gestione dei casi pediatrici.”

“Tutt’ora stiamo cercando di dare il nostro contributo per risolvere le criticita’ che emergono con l’evolversi della situazione epidemiologica. Ma oltre tutto questo- prosegue il segretario Fimp Roma e Lazio- non ci siamo dimenticati di certo di tutte le altre patologie e non ci siamo sottratti alle visite di controllo, ai Bilanci di Salute, alle patologie croniche dei nostri piccoli pazienti, alle vaccinazioni.”

“Abbiamo riorganizzato i nostri studi medici per consentire gli accessi in sicurezza, la sanificazione e prolungato gli orari di studio. È iniziata da poco, e non senza problemi, la campagna di vaccinazione antinfluenzale”.

L’importanza della vaccinazione antinfluenzale, nella situazione attuale, e’ stata recepita dai pediatri di libera scelta e la Fimp Lazio “ha fatto di tutto per coinvolgere il massimo numero dei pediatri individuando due percorsi: effettuando la vaccinazione nei propri ambulatori, oppure presso i centri vaccinali.”

“Ma molti Centri Vaccinali- fa sapere la pediatra- non sono stati ancora attivati e le dosi promesse ai pediatri di famiglia che vaccinano presso il proprio studio non sono state ancora consegnate con il conseguente slittamento degli appuntamenti gia’ fissati da tempo. E come se non bastasse, la fascia d’eta’ 6-18 anni ha grandi difficolta’ a trovare la dose di vaccino che dovrebbero essere in distribuzione presso le farmacie.”

“Le critiche rivolte al nostro operato ci amareggiano, ma non ci abbattono perche’ il nostro ruolo e il nostro compito principale rimane quello di tutelare la salute dei bambini e di sostenere le famiglie. Siamo consapevoli che il nostro impegno e’ ampiamente riconosciuto dai genitori che sanno che- conclude Rongai- ‘sempre per sempre dalla stessa parte ci troveranno'”.