Fisascat-Cisl: lavoratori supermercati esposti a Covid

Roma – “La grande distribuzione, e in particolare il settore Food, in questo ultimo anno sono stati sempre aperti, comunque e dovunque, e i lavoratori sempre esposti al contagio. Durante i lockdown, alcuni clienti andavano a fare la spesa per ‘svago’, presentando scontrini da 1,20 euro, 1 euro e cinquanta.”

“Sarebbe stato uno scandalo far riposare questi lavoratori per le festivita’, e non esporli al contagio almeno per quei giorni? Si deve ragionare con buon senso: se proprio queste persone sono costrette a lavorare senza sosta, perche’ essenziali, si deve provvedere all’applicazione di maggiori misure di sicurezza, controllare maggiormente il comportamento dei datori di lavoro, introducendo l’obbligo di indossare mascherine Ffp2, e pensando anche a eventuali coperture vaccinali”. Cosi’ il Segretario Generale della Fisascat-Cisl di Roma Capitale e Rieti, Stefano Diociaiuti, nel corso di un’intervista su Radio Cusano Campus.

Diociaiuti ha poi aggiunto che “al nostro centralino arrivano fiumi di richieste di aiuto, che non sempre riusciamo a soddisfare: talvolta e’ difficile ragionare con aziende che hanno come unico parametro il profitto, e’ difficile aiutare lavoratori che, per fare un esempio, fanno straordinari, talvolta non pagati, per 50-55 ore settimanali, ore che sono di esposizione al pubblico.”

Esiste anche una miriade di piccole attivita’ commerciali, alcune delle quali virtuose, ma altre che non rispettano gli standard di sicurezza, cosi’ come spesso non vengono calmierate le entrate nei negozi in base alla metratura per rispettare il distanziamento sociale.”

“Continuiamo ad auspicare un dialogo con le istituzioni e le parti datoriali, mirato a dare sollievo a una categoria particolarmente sotto stress, sotto il profilo sia delle aperture che della sicurezza e prevenzione. Sarebbe inoltre importante prevedere la possibilita’ di effettuare tamponi, a cadenza frequente, per tutti quei lavoratori esposti senza sosta al contagio, che hanno timore di contrarre il Covid e di trasmetterlo ai propri familiari”.