GIUNTAROMA, STORACE (LA DESTRA) “ALEMANNO NON RISPETTA STORIA DESTRA”

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    “Non gliabbiamo chiesto nulla. Ha fatto tutto da solo. A Roma c’e’ un sindaco povero.Poveretto. Il no pronunciato nei confronti della condizione posta da La Destra peraccettare di entrare nella giunta di Roma facendoci rappresentare da GiulianaDe’ Medici e’ uno schiaffo, l’ennesimo, alla nostra storia. Gianni Alemanno e’proprio un’altra persona rispetto a quella che frequentammo fino a pochi anniorsono. Vittima del suo contorsionismo, del suo cerchiobottismo, del suo opportunismo.

    Avevaun’occasione, quella di riconciliarsi con una storia comune. Ha rifiutato”. E’quanto scrive oggi sul suo blog, FrancescoStorace, segretario nazionale de La Destra.

    “Qualchesettimana fa – prosegue il segretario – timoroso della manifestazione chedovevamo svolgere il 4 febbraio e rinviata a causa della neve, mi chiamo’ nelsuo studio e mi disse che era giunto il momento di deporre le armi della guerraverbale e amministrativa e di portare in giunta La Destra.

    Tuttosommato, ne ero contento. Quattro anni di opposizione e il gruppo consiliarecresciuto fino a tre unità. Ero entrato da solo in Campidoglio, oggi la nostrabandiera e’ sventolata con orgoglio anche da Dario Rossin e Pierluigi Fioretti.

    Parlammodella strada ad Almirante e poi della famiglia di un leader che ho amato. Gliindicai, col consenso dei nostri consiglieri comunali, il nome di Giuliana,figlia di Giorgio e di Assunta, donna stimata e impegnata nel sociale. Seria.

    Nel frattemporinviai al 3 marzo la manifestazione e il corteo di febbraio. Alemanno midisse: “E’ il giorno del mio compleanno”. Gli risposi: “Bene,sta a te decidere se ti dobbiamo fare gli auguri o la festa”.

    Adesso,allontanati da noi. Hai offeso ancora una volta la nostra comunità. Ti impicciastidella nostra lista alle regionali senza accorgerti che non veniva presentataquella del tuo partito nella tua città; dicesti no a Dario Rossin un anno fa;ora, il veto più grave. Il 3 marzo, a due passi dal Campidoglio, in piazzaBocca della Verità, al termine del corteo partito da piazza della Repubblica,sentirai dalle tue finestre il grido di un popolo che non ha chiesto unapoltrona per un proprio portaborse, ma rispetto per la sua storia.

    Non c’era unasola ragione amministrativa per entrare nella tua giunta; solo nel nome del padredella destra italiana ne sarebbe valsa la pena. Ma per Alemanno – conclude Storace – contano più i guitti diquesto tempo”.

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