Grancio: addio De Rossi dimostra Pallotta e tifoseria scollegati tra loro

Roma – “Il pensionamento forzato di Daniele De Rossi richiama per alcuni aspetti quello precedente di Francesco Totti, tolto qualche anno dalla carta di identita’. Questo ennesimo episodio costituisce l’indicatore di una proprieta’ scollata dal cuore di questa citta’, attenta a non disperdere risorse economiche in giocatori che non hanno mercato, in ragione dell’eta’ e del loro amore dichiarato per i colori giallorossi. Il gruppo americano da un lato, la societa’ sportiva Roma e la sua citta’ dall’altro, rimangono due entita’ separate, non si sono mai fusi, l’uno non ha trasmesso all’altro il suo dna” -spiega Grancio-.

“Abbiamo riscontrato questo anche nella vicenda Stadio di Tor di Valle, concepito fin dall’inizio per non essere di proprieta’ della squadra, sulla quale vengono comunque scaricati i potenziali rischi dell’operazione, ma solo concesso in affitto da una societa’, As Roma Spv Llc, con sede nel Delaware, Stati Uniti. La societa’ sportiva Roma rischia di perdere qualcosa di piu’ di una partita e di trovarsi legata a tempo indeterminato, proprio a causa dello stadio concepito da Pallotta, a questa presidenza”. E’ quanto dichiara Cristina Grancio, consigliera capitolina e capogruppo del Misto in Campidoglio, in merito al mancato rinnovo del contratto al capitano Daniele De Rossi da parte della Roma.