Immigrazione. Radicali: “UE miope su Italia e Grecia”

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    “La Grecia fuori da Schengen perché incapace di gestire il flusso migratorio che incessantemente la vede, da mesi, come terra di transito, prima tappa da raggiungere rischiando la morte per attraversare quel breve tratto di mare dove, solo nel 2016, oltre 400 persone hanno perso la vita? Questa, ancora una volta, la risposta miope che arriva da Bruxelles  e che rappresenta un ulteriore pesantissimo tassello che va a inasprire un quadro di irrazionale chiusura e di totale indifferenza verso quanto sta accadendo sulle sponde del Mediterraneo”.

    Ha dichiarato in una nota Riccardo Magi, segretario di Radicali italiani.

    Riccardo Magi

    Riccardo Magi

    “L’Agenda europea sulle migrazioni non sta funzionando, il ricollocamento dei richiedenti asilo nei diversi Stati membri non decolla, famiglie intere di profughi continuano a morire o a rischiare la propria vita lungo un tragitto attraverso i Balcani ogni giorno più insidioso. Ed è evidente che la colpa di tutto ciò non può essere della Grecia o dell’Italia e della loro incapacità di gestire le frontiere. Perché di fronte a un fenomeno di tale portata in termini di vite umane e di problematicità, occorre un approccio complesso in grado di rispettare i diritti sanciti dalle convenzioni internazionali e, nello stesso tempo, di trovare soluzioni in grado di incidere sul momento storico che stiamo attraversando: i flussi migratori verso l’Europa non si arresteranno e, oltre a dare asilo a chi fugge da guerra e persecuzioni, occorre gestire in modo razionale e lungimirante l’arrivo di quanti nel nostro continente vogliono vivere e lavorare e il cui apporto è per noi, anno dopo anno, sempre più necessario”.

    “Basti pensare all’Italia – conclude Magi – e a quanto sia complicato ottenere un permesso di soggiorno o emergere dall’irregolarità. La categoria dei migranti economici, così come individuata dalle recenti politiche europee, è quella che evidentemente fa più paura e quindi va respinta, salvo poi mettere in conto e di fatto permettere che migliaia di persone rimangano intrappolate, senza un permesso e in balia della precarietà e del lavoro nero. È questa la vera sfida, cruciale, con cui dobbiamo confrontarci”.

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