In consiglio regionale proiettato ‘Daisy’, un corto contro odio di genere

Roma – Il bianco pulito, netto, candido, quasi innocente dell’amore, frenato dalla vergogna e sporcato dal fango nero dell’odio e della violenza cieca. ‘Daisy’ arriva allo stomaco come uno splendido pugno visivo, prima ancora che morale, raccontando in pochi minuti quella folle spirale della violenza psicologica e fisica di genere che parte come morbosità, mascherata da attenzione, e sfocia in possesso e demolizione, spesso nascosti dalla vittima stessa per la quale è per troppo a lungo impossibile accettare di vedere un compagno, un amico, un familiare, per l’aguzzino che è in realtà.

È stato accolto da un lungo applauso il cortometraggio della regista Diletta Di Nicolantonio, presentato e proiettato stamattina nella sala Mechelli della sede del Consiglio regionale del Lazio nell’ambito delle iniziative dell’amministrazione contro il femminicidio e la violenza di ogni genere, alla presenza dei ragazzi dell’Istituto comprensivo di Santa Marinella: la regista ha aperto gli interventi della mattinata, insieme all’attrice Emanuela Rossi, sottolineando l’importanza del lavoro delle operatrici del numero rosa antiviolenza 1522, un passaggio fondamentale per il supporto e l’assistenza alle vittime di violenza in quello che è forse lo scoglio più grande, il superamento della vergogna di denunciare.

In rappresentanza di istituzioni e forze dell’ordine sono intervenuti il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Giuseppe Emanuele Cangemi, la consigliera regionale e componente dell’Ufficio di presidenza, Michela Di Biase, la capo sezione Pari opportunità e Prospettiva di genere dello Stato maggiore della Difesa, Rosa Vinciguerra e il primo dirigente dell’Ufficio Prevenzione generale e Soccorso della Polizia di Stato, Massimo Improta, insieme alle giornaliste Rai Cristina Guerra e Manuela Moreno. A moderare l’incontro è stata Maria Grazia Tetti, presidente del Premio internazionale Evento Donna.

CANGEMI: “PROBLEMA DRAMMATICO, AFFRONTARLO È ALTA POLITICA” – “Siamo orgogliosi di accogliere questo lavoro nel cuore legislativo della Regione, perciò grazie a chi ha voluto aderire alla nostra idea della presentazione in questa sede di questo progetto che deve essere veicolato nelle scuole atraverso il mondo associativo, del volontariato e dei cooperatori che lavorano al contrasto di fenomeni come questo”, ha commentato Cangemi.

Per il vicepresidente del Consiglio regionale “parliamo di una regista giovane ma con una forte esperienza che non solo mette al centro dell’attenzione un problema drammatico, ma ha voluto valorizzare con il suo lavoro anche il territorio regionale andando a girare a Cittaducale, una delle bellezze storico-architettoniche della nostra Regione. Grazie, è un lavoro importante e prezioso che per noi sarà un elemento per un impegno ancora maggiore attraverso il lavoro istituzionale, un lavoro di alta politica”.

DI BIASE: “VIOLENZA SI COMBATTE OGNI GIORNO, SIAMO SU STRADA GIUSTA” – Per Di Biase “è un segnale importante la presenza qui con noi delle forze dell’ordine che tutti i giorni hanno a che fare con le vittime, così come dei ragazzi dell’istituto Santa Marinella perché troppo spesso parliamo di questa tema solo tra donne, mentre è invece necessario estendere la discussione anche ai ragazzi già in giovane età. Non sfugge- ha proseguito la consigliera Pd- che oggi non è né il 25 novembre né l’8 marzo, perciò già il solo fatto di essere qui a parlare di violenza di genere vuol dire che siamo sulla strada giusta, perché la violenza non si ferma e non dobbiamo farlo neanche noi”.

In merito al cortometraggio proiettato stamattina, “quello che mi ha colpito è che non c’è neanche una scena di violenza, ma la violenza ti arriva comunque addosso come una valanga, circondata dalla bellezza dei luoghi e dell’attrice. Mi aggiungo ai ringraziamento alle operatrici che sostengono quotidianamente queste donne, ma anche noi abbiamo una responsabilità straordinaria: quella di interrogarci se la donna che incontriamo tutti i giorni in strada o al supermercato sia vittima di violenza, perché anche avere dei compagni di percorso che ti capiscono è fondamentale per uscirne”.

L’IMPEGNO DELLE FORZE DELL’ORDINE: “POLIZIA E CARABINIERI INSIEME PER LEGALITÀ” – La Polizia di Stato, ha spiegato Improta, “è da tempo impegnata nel portare la legalità e la nostra presenza all’interno delle scuole, e ci piacerebbe mostrare questo filmato ai nostri studenti. Polizia e Carabinieri si confrontano tutti i giorni con donne che segnalano situazioni di violenza o disagio, ma molte ci girano intorno a causa di situazioni familiari difficili o dinamiche che le spingono a sottostare a situazioni pesanti.”

“I nostri protocolli Eva e Scudo servono proprio a questo: Eva si applica quando si ha il sentore che in una lite in famiglia ci siano elementi che possano configurare violenza, con un operatore che compila un checklist per poi approfondire la situazione; era un protocollo esclusivo della Polizia, ma la sua evoluzione Scudo, con il coordinamento della Criminalpol, coinvolge anche le altre forze dell’ordine per intervenire prima del ripetersi degli eventi anche con l’intervento di un magistrato, che procede con allontanamenti, ammonimenti o misure cautelari”.

L’ESERCITO ITALIANO: “AL FIANCO DELLE DONNE DI TUTTO IL MONDO” – “Noi nell’ambito del nostro lavoro possiamo incidere molto nel sostegno alle donne delle popolazioni dove andiamo in missione”, ha sottolineato Vinciguerra. Le forze armate, a differenza di quelle dell’ordine, “si vedono poco sul territorio nazionale perché lavoriamo in giro per il mondo, il nostro è un impegno importante per bloccare le violenze su donne che spesso non sono fortunate come quelle occidentali, che hanno una libertà di agire notevole conquistata nel tempo: molte donne in Afghanistan, Libano o in alcuni Paesi africani sono considerate come schiave”.

Proprio per questo “facciamo un grande lavoro di gender advisor e di empowerment per combattere mostruosità come gli stupri di guerra, dando a queste donne gli strumenti per provare a essere indipendenti”. (Agenzia Dire)