In residenza ‘Casa tra Noi’ 50 posti per senzatetto positivi

Roma – Dalla prossima settimana saranno attivati, nell’ambito delle procedure regionali di supporto sociale, 50 posti nella residenza “Casa tra noi” per ospitare gli homeless e altri utenti fragili Covid positivi. È la prima iniziativa che nasce nell’ambito del protocollo d’intesa firmato ieri tra IFO-Regina Elena e San Gallicano, il Dipartimento delle politiche Sociali di Roma Capitale e l’Istituto di Medicina Solidale finalizzato a screening e assistenza socio-sanitaria delle persone con fragilita’ come i senza dimora, immigrati, minori stranieri non accompagnati che hanno difficolta’ ad accedere ai percorsi sanitari se positivi e/o se dimessi perche’ non sanno dove proseguire la quarantena.

Il protocollo, si legge in una nota, e’ il punto di partenza per sperimentare un sistema di integrazione sociosanitaria che prevede varie attivita’ finalizzate ad intercettare persone che vivono in condizioni di marginalita’ e a rischio di sviluppare patologia da virus Sars Cov2 e che vanno accompagnate nei percorsi di prevenzione, diagnosi, cura e poi rinserimento nella vita sociale.

“Il San Gallicano e’ un centro di riferimento nazionale per l’assistenza alle fasce piu’ vulnerabili – sottolinea Francesco Ripa di Meana, direttore generale IFO – e come IRCCS si impegna a sviluppare sistemi innovativi per abbattere le disuguaglianze in tema di salute. Abbiamo messo a disposizione la nostra esperienza insieme all’Istituto di Medicina Solidale e alla ASL Roma 1 per potenziare e attivare ulteriori iniziative a salvaguardia della diffusione di patologie infettive nelle sacche piu’ deboli della citta’.”

“Il Covid-19 ci costringe a ripensare rapidamente nuove modalita’ di intervento e in collaborazione con molti enti di Roma impegnati in ambito sanitario e sociale. Da tale sinergia nasce un modello innovativo che tiene conto delle buone pratiche e intende sperimentare un solido sistema di accoglienza dei piu’ fragili”. Questo protocollo va a rafforzare le linee di attivita’ gia’ in atto a livello territoriale, fin dall’inizio della pandemia, che ha visto impegnate tutte le istituzioni a protezione dei piu’ deboli.