Intervista al gen. Pappalardo sul disagio dei carabinieri

Più informazioni su

    Intervista esclusiva al gen. Pappalardo sul disagio dei carabinieri –

    Triste segnale di un paese in dissolvimento, l’immagine offuscata di una Istituzione, da sempre gloriosa ed essenziale nell’immaginario collettivo degli italiani, quale l’Arma dei Carabinieri, a causa dei suoi vertici indagati dalla magistratura per le recenti vicende Consip. 

    Per cercare di comprendere cosa sta accadendo al suo interno ed analizzarne le cause che potrebbero definitivamente compromettere la sua immagine, ci siamo rivolti ad un noto generale dei carabinieri, Antonio Pappalardo, esperto conoscitore dell’Arma, da non molto tempo collocatosi in quiescenza, anche per poter cavalcare, in modo libero e senza vincoli di alcun tipo, il suo sogno di fondare e pilotare un movimento associativo d’appoggio ed a salvaguardia dei principi portanti degli uomini di questa speciale Forza dell’Ordine militarizzata. 

    IL GEN. ANTONIO PAPPALARDO

    IL GEN. ANTONIO PAPPALARDO

    Questa l’intervista esclusiva al generale Antonio Pappalardo.

    Come si vive all’interno dell’Arma, ai diversi livelli, questo momento così difficile, per le inchieste della magistratura nei confronti di due dei suoi più importanti vertici?

    “Si vive molto male, a tutti i livelli. Per la prima volta sono diversi generali e molti ufficiali che non hanno condiviso il comportamento del Comandante Generale dell’Arma, che, indagato per un reato gravissimo, quello di aver informato imputati di indagini a loro carico,  non si è subito dimesso e, in seguito, ha anche accettato di essere prorogato da un governo, un cui membro, l’onorevole Lotti, risulta anch’esso indagato e protetto.

    “Il coinvolgimento dell’Arma è inequivocabile e il Generale Del Sette doveva seppur garbatamente mettersi da parte.

    “Gli ho scritto più volte di uscire fuori dai ranghi per il bene dell’Arma e del Paese, che continua ad essere devastato nei suoi sentimenti e nei suoi valori.

    “Ma non ha accettato. Da circa 12 anni, con l’avvento del Generale Leonardo Gallitelli al comando dell’Arma, stanno accadendo fatti inenarrabili, che stanno compromettendo la proverbiale equidistanza politica dei Carabinieri. Gallitelli ha retto di fatto l’Arma per circa 10 anni, dapprima come Capo di Stato Maggiore (4 anni), poi come Comandante Generale (6 anni). Un fatto mai accaduto nella storia dei Carabinieri, che così hanno subito inevitabilmente condizionamenti politici.

    “Gallitelli è colui che ha permesso al Generale Ganzer di rimanere al comando del ROS, nonostante una pesante condanna a 14 anni per droga, poi ridotta a 4 anni in appello. In seguito il reato è caduto in prescrizione.

    “La gente è confusa e oggi, per la prima volta, l’Arma dei Carabinieri non è al primo posto nei sondaggi fra le Forze di polizia”.

    Sul sito on-line del ministero della Pubblica Funzione viene pubblicato lo stipendio annuale del Comandante generale dell’Arma. Può indicarci l’effettiva cifra mensile da lui percepita e fornirci un suo commento al riguardo, rapportando tale cifra agli emolumenti di magistrati, ambasciatori, parlamentari e presidente della Repubblica?

    “Per volontà del Governo il Capo della Polizia percepisce uno stipendio mensile di circa 70.000 euro al mese, quasi il doppio di quello del Comandante Generale, che ne prende 40.000 circa. Nemmeno il Capo dello Stato prende tanto e nemmeno i parlamentari”.

    Perché i massimi dirigenti dello Stato e i vertici delle aziende con capitale pubblico, come Alitalia e le Ferrovie dello Stato, sono ricompensati con stipendi stratosferici?

    “È la politica di un governo debole, che cerca di tenere a freno la base di tutti gli organismi produttivi dello Stato mettendo il bavaglio ai loro vertici con stipendi favolosi.

    “Ma la base non va più appresso a costoro.

    “Sono molti i Carabinieri e i Poliziotti, in servizio, che al termine dei miei incontri con il popolo, mi spingono a portare avanti la nostra “Rivoluzione per la Legalità” fra le massime cariche dello Stato, che sono tutte abusive a seguito della sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2014, che li ha delegittimati.

    “Non mi esprimono solo solidarietà, ma mi dicono, più o meno apertamente, che se noi andiamo a Roma a ripristinare legalità, libertà, giustizia e democrazia nel nostro Paese, loro saranno pronti a seguirci.

    “Io sono un  uomo delle istituzioni e rispettoso delle regole democratiche e della Costituzione che, oggi, questi governanti e parlamentari stanno calpestando, pensando che il popolo stia con la testa bassa. Ma non è più così.

    “A me viene chiesto di fare da cerniera fra Popolo, Carabinieri, Forze Armate e di Polizia”.

    Ci parli del Movimento associativo da lei creato, della sua natura, delle sue finalità, di come è strutturato sul territorio e di come, in concreto, riesca a supportare e ad aiutare l’Arma.

    “Il Movimento “9 Dicembre-Forconi” nasce da una idea venuta in mente agli agricoltori siciliani, le cui produzioni agricole erano state annichilite da iniziative del governo di favorire l’ingresso in Italia dei prodotti agricoli da alcuni paesi arabi.

    “Il 9 dicembre 2013, 9 milioni e mezzo di italiani scesero in piazza al grido “Viva i Forconi, viva il Popolo sovrano, viva la Costituzione”.

    “Il regime, impauritosi, passò all’azione e comprò alcuni capi dei Forconi, per cui la sollevazione popolare, di lì a qualche giorno, si sgonfiò.

    “I Forconi si sono avvicinati a me solo di recente, nel novembre del 2016, mese in cui abbiamo stabilito di mettere insieme Forze armate e dell’Ordine e popolo.

    “E’ stato un successo, perché per la prima volta coloro che creano ricchezza nel territorio si sono messi insieme a coloro che creano sicurezza. Un connubio che piace e che sta riscuotendo la massima attenzione della gente.

    “Il 1° marzo 2017 sono stato eletto all’unanimità dall’Assemblea Segretario Politico del Movimento, che ha avuto un balzo in avanti nel gradimento del popolo italiano.

    “Gli interessi del Popolo sono anche quelli dell’Arma, quelli dell’Arma sono anche del Popolo, tanto è vero che quando si è parlato di scioglimento dei Carabinieri da parte di un potere europeo, più o meno occulto, c’è stata un’alzata di scudi da parte dei Cittadini contro coloro che attentavano alla sicurezza e stabilità democratica dell’intero Paese”.

    Questa sua discesa in campo con un Movimento di tipo politico-sindacale, come viene vissuta dai vertici e da tutti gli altri livelli dell’Arma?

    “La base è totalmente con me, compresi molti ufficiali ed anche alcuni generali e colonnelli, che mi manifestano apertamente simpatie, nel momento in cui anche loro ritengono abusivi governanti e parlamentari e, da buoni carabinieri, non possono tollerare illegittimità e illegalità a tutti i livelli.

    “Non dimentichiamo che nel 1943 quando si è trattato di arrestare Mussolini il Re si rivolse ai Carabinieri, gli unici, che ancora oggi sono in grado di stabilizzare lo Stato e di preservarlo da giochi di potere che mirano a introdurre regole e sistemi dittatoriali nel nostro Paese.

    “I Carabinieri – qualcuno se lo deve mettere bene in testa – si informano, su dettato costituzionale, allo spirito democratico della Repubblica e obbediscono solo a parlamentari e governanti regolarmente eletti dal popolo libero e sovrano.

    “Essi sono, insieme alle altre forze armate e di polizia ed alla magistratura, quella autonoma e indipendente, l’essenza democratica della Repubblica.

    “Non dimentichiamo che i partiti, che in tutti questo anni si sono inventati di essere loro l’essenza democratica della Repubblica, non lo sono mai stati perché la Carta Costituzionale non ha mai stabilito per loro alcuna regola democratica sulla loro organizzazione interna. Tanto è vero che Grillo nel Movimento 5 Stelle fa quello che vuole, da vero despota, e caccia via chi non è d’accordo con lui, senza alcun rispetto di una minima regola democratica”.

    Chiarisca brevemente per i nostri lettori cosa siano i Cocer carabinieri e ci spieghi in qual modo si interagisca, per un concreto supporto reciproco, tra essi ed il Movimento esterno da lei creato?

    “Il COCER è nato nel 1978, dopo che i militari in alcune piazze d’Italia e particolarmente nel Friuli hanno sfilato in uniforme per le piazze. Questa è stata la vera, prima grande rivoluzione nel nostro Paese.

    “Il regime se l’è fatta sotto e ha approvato la legge n. 382 del 1978, che ha istituito la Rappresentanza Militare, uno pseudo sindacato, suddiviso in tre livelli, uno di base, uno intermedio ed uno centrale, appunto il COCER, che vuol dire letteralmente Consiglio Centrale di Rappresentanza per tutte e cinque le forze armate, mentre la Polizia di Stato avrebbe avuto il sindacato vero e proprio nel 1981.

    “Nel 1988 sono diventato Presidente del COCER Carabinieri e ho fatto ballare il tango a governi e parlamentari che prendevano per i fondelli i militari. Ci hanno dato tutto quello che chiedevamo. Il Capo di Stato Maggiore dell’Arma ammise, al termine del mio mandato, dinanzi a tutto lo Stato Maggiore che io in tre anni avevo fatto avere al personale e all’Arma ciò che non era riuscito a ottenere il Comando Generale dell’Arma in 150 anni di storia.

    “Una gran bella vittoria, da me ottenuta grazie a 30 splendidi marescialli e carabinieri, che insieme a me hanno fatto lotte titaniche contro ogni governo, sia di destra che di sinistra. Avevano il terrore di noi.

    “Ma il potere è corso ai ripari ed oggi il COCER viene prorogato direttamente dal governo per più anni se “si comporta bene”. E’ come se Marchionne nominasse il segretario Generale della CGIL, CISL o UIL.

    “Una porcata dal punto di vista della libertà sindacale! Ma nessun giornalista ne parla!

    “I delegati di questo ultimo mandato hanno accettato la proroga di due anni da parte di un governo di abusivi. Non sanno che, quando il popolo rovescerà nelle forme più democratiche questo regime, i delegati risponderanno penalmente e civilmente di questo assassinio dei principi costituzionali”.

    In conclusione, possiamo ragionevolmente affermare che mancava un Movimento esterno all’Arma che, al grido di lealtà ed onestà, grido quest’ultimo udito da altre sponde, l’affiancasse dall’esterno, sindacalmente e politicamente, dando tutele agli uomini al suo interno e provvedendo ad attente verifiche sulle azioni di indirizzo, interne ed esterne, prese dai vertici di questa Forza dell’Ordine militarizzata. 

    Pier Francesco Corso 

    Più informazioni su