Italia verso la guerra civile (se lo dice Pansa…)

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    Italia verso la guerra civile (se lo dice Pansa…) –

    Nelle conversazioni ascoltate tra la gente, in giro per l’Italia, già l’avevamo udito, però sottovoce.

    E la ritenevamo, colpevolmente da parte nostra perché distratti e forse anche un po’ superficiali, uno sfogo naturale, forse liberatorio, di reazione alla delicata situazione esistente nel paese.

    Ma sentire pronunciare, apertamente ed in modo così stentoreo, una frase così grave da Giampaolo Pansa, serio e datato giornalista (un tempo di sinistra, la sinistra socialista mai quella comunista, per sua espressa ammissione!), scrittore, storico di guerre civili, con i suoi numerosi libri di grande successo, ci ha turbato e fatto riflettere.

    “L’Italia è pronta per la guerra civile”: questa l’impegnativa dichiarazione ad un quesito posto a lui sul recente voto a Di Maio, pronunciata in una trasmissione televisiva serale di  La 7,  condotta dalla Gruber.

    GIAMPAOLO PANSA

    GIAMPAOLO PANSA

    Sempre al riguardo, ha poi proseguito, ma in modo ancora più circostanziato e tagliente, il noto giornalista: “Qualcuno non ricorrerà più alla protesta, ma comincerà a usare le armi e a sparare. Lo dico qua, stasera 18 settembre, davanti alla signora Gruber. Questo Paese è pronto per una nuova guerra civile armata. Il M5S non può fare nulla”.

    Ed ha continuato sottolineando.: “Mi rendo conto che questa percezione di una guerra civile non c’è per ora. Del resto, gli italiani pensano alle vacanze e alle donne, cercano il modo per non pagare le tasse, vogliono lavorare poco e guadagnare molto. Questo è un Paese che non ha più spina dorsale”.

    Ed anche se turbati, per la sua desolante profezia, non abbiamo però potuto  fare a meno di condividere le motivazioni della sua dura asserzione.

    Il voto di protesta, conferito dalla gente nelle diverse occasioni elettorali, al Movimento politico dei 5 Stelle, ha ormai esaurito la sua funzione di sfogo democratico  e d’incanalare pacificamente l’ira della gente.

    La nazione, in preda al disordine politico, è ormai sfibrata ed in declino.

    Le cause: la corruzione, la gigantesca evasione fiscale, la protervia della criminalità organizzata, le violenze dei gruppi contrapposti, l’immigrazione incontrollata, la disperazione dei quartieri popolari, la totale mancanza di sicurezza. A tutto ciò, poi, aggiungasi un’immoralità pubblica e privata senza precedenti, persino più corrosiva e disastrosa della crisi economica.

    Le grandi città italiane, infine, sembrano drammaticamente divenute gironi infernali senza la tutela di alcuna legge.

    Ora, di solito i golpe nascono nella testa di chi intende compierli. Ma hanno sempre bisogno di essere giustificati o con il disordine che regna nel paese o con l’aggravio di un degrado privo ormai di soluzione.

    In Italia, purtroppo, sono presenti da troppo tempo entrambe queste condizioni.

    Tutto ciò premesso, risulta inevitabile condividere con Pansa il triste scenario che la nazione sia ormai inevitabilmente vicina ad un ciclo di violenze che ci farebbero ricordare la guerra civile.

    E ciò, nonostante si dica, in modo scontato ed ormai superato, che gli italiani amino fare le barricate solo con i mobili altrui.

    Speriamo che ai tristi politici italiani in attività squilli il giusto campanello d’allarme, in grado di scongiurare il pericolo di ricorso a violenze da parte della nostra gente, spinta ai limiti della sopportazione, pericolo  quello segnalato, purtroppo considerato ormai imminente.

    Pier Francesco Corso

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