La Repubblica: “Malagrotta chiude fra tre mesi”

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    «A Malagrotta non c´è più spazio. La discarica avrebbe i giorni contati. Anzi, ‘a settembre si chiudè. Stavolta Manlio Cerroni sembra fare sul serio. Mentre da una parte la Regione Lazio sta cercando di individuare una località che possa ospitare la nuova discarica e gli impianti per lo smaltimento dei rifiuti della capitale, e dall´altra gli abitanti di quelli che sembrano i siti più quotati (Fiumicino, Allumiere, Riano) sono sul piede di guerra, torna a farsi sentire il dominus dei rifiuti a Roma. L´avvocato Cerroni, proprietario della Giovi srl che da 30 anni gestisce la discarica di Malagrotta, lo scorso 20 maggio ha inviato alla presidente della Regione Renata Polverini, al sindaco di Roma Gianni Alemanno e al presidente della Provincia, Nicola Zingaretti un ‘atto di intimazione e diffidà». Lo scrive Mauro Favale sulla Repubblica. «Cerroni – continua l’articolo – avverte le istituzioni del rischio di esaurimento ‘delle residue volumetrie di Malagrottà e propone anche quella che considera l´unica alternativa praticabile (che definisce ‘già prontà) per la nuova discarica: Monti dell´Ortaccio, località adiacente a Malagrotta, di proprietà, ancora una volta della Giovi srl, da anni ‘monopolistà a Roma nella gestione dei rifiuti. Nulla di nuovo, insomma: Monti dell´Ortaccio è sempre stata la prima scelta per Cerroni ma anche l´ultima per buona parte del mondo politico, da Alemanno in giù. Il sindaco ha ripetuto ai residenti di Valle Galeria appena due mesi fa che ‘lì non ci sarà la discarica: se così fosse scenderò in strada con la fascia tricolore al vostro fiancò. Stavolta, però, il ‘suggerimentò di Cerroni si arricchisce di una minaccia concreta di esaurimento degli spazi della discarica di Malagrotta. E, a tutto ciò, l´avvocato affianca la diffida ad avviare ‘immediatamentè l´esame della domanda per il rilascio della valutazione di impatto ambientale proprio su Monti dell´Ortaccio. Domanda presentata nell´ottobre del 2009 e tuttora inevasa. Nella sua diffida, inoltre, Cerroni cita il piano territoriale paesaggistico regionale datato 1999 che destina quel sito ‘al ripristino ambientale come discaricà. Poi conclude la sua lettera di due pagine diffidando ‘la Regione ad avviare immediatamente il prescritto procedimento amministrativo e a concluderlo nei termini di legge, anche nella prospettiva dell´esaurirsi delle residue volumetrie di Malagrotta e di non mandare lo smaltimento dei rifiuti di Roma, Ciampino, Fiumicino, degli aeroporti e della Città del Vaticano in tilt’. Insomma, se non si sblocca la burocrazia per i Monti dell´Ortaccio, dal Papa in giù, tutti a Roma toccheranno con mano il problema dei rifiuti. Il messaggio è chiaro e arriva proprio nei giorni in cui la Polverini (sulla quale lo scorso dicembre Alemanno ha scaricato la questione rifiuti) sta ultimando gli studi per individuare i siti disponibili per ospitare la nuova discarica. Due sono quelli sui quali la Regione punterebbe maggiormente e che spezzerebbero, dopo anni, il monopolio di Cerroni: Palidoro, un terreno di proprietà del comune di Fiumicino, a un chilometro e mezzo di distanza dall´ospedale pediatrico Bambin Gesù, oppure un´area a nord di Roma tra Riano e Fiano Romano. Naufragata, insomma, lipotesi di migliorare la gestione della stessa Malagrotta per renderla capace di ospitare ancora i rifiuti di Roma. Era questa l´idea contenuta nel documento, datato 31 dicembre 2010, che prorogava di sei mesi l´apertura della storica discarica di Roma. Nelle intenzioni della governatrice migliorare il ciclo dei rifiuti avrebbe evitato la famosa ‘Malagrotta bis’. Ma ora arriva Cerroni a gelare tutti e a spiegare che la discarica ha i giorni contati e che a settembre è concreto il rischio chiusura. E mentre l´ipotesi di un commissario di governo per l´emergenza rifiuti resta tuttora in piedi, oggi, la Polverini incontrerà il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. A lui illustrerà lo stato dell´arte dopo la lettera di Cerroni, paventando quel ‘rischio-Napolì più volte evocato e che ora, di fronte a scadenze nel brevissimo periodo, bisogna cercare a tutti i costi di scongiurare».

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