Lazio, formazione 4.000 operatori sociosanitari e Cav

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Roma – Sono 4mila, tra operatori sociosanitari di ospedali e enti locali e operatrici dei centri antiviolenza, i soggetti coinvolti nella formazione antiviolenza integrata, promossa e avviata dalla Regione Lazio e illustrata stamattina dall’assessora alle Pari Opportunita’, Giovanna Pugliese, e dalla presidente della Cabina di regia per il contrasto alla violenza contro le donne, Cecilia D’Elia, in occasione dell’incontro ‘Il contrasto alla violenza maschile contro le donne: la Regione Lazio, la rete ospedaliera e le associazioni insieme per la costruzione della rete territoriale’.

Un momento di confronto organizzato nell’ambito della mostra inaugurata nello spazio WeGil a Roma il 16 gennaio ‘L’invisibilita’ non e’ un super potere’ a cura della fotografa Marzia Bianchi con fondazione Pangea Onlus e Reama Network, in una giornata che si e’ aperta con la notizia dei femminicidi di Versciaco e Mazara del Vallo.

Al centro del dibattito la rete antiviolenza, di cui ospedali e Pronto Soccorso sono punti di snodo cruciali, e le sue criticita’, specie sulla formazione, alla luce dell’esperienza delle associazioni delle donne che “su questo tema- dichiara Simona Lanzoni, vicepresidente di fondazione Pangea e coordinatrice di Reama- da 40 anni lavorano da sole”.

Ma “la Convenzione di Istanbul, entrata in vigore in Italia nel 2014- sottolinea- chiede agli Stati di prendersi delle responsabilita’, e c’e’ bisogno della complicita’ tra associazioni di donne e istituzioni per fare una rivoluzione, a livello culturale e di protezione delle donne”. Un input raccolto dalla Regione Lazio proprio a partire dai Pronto Soccorso, dove vengono sperimentati percorsi speciali per chi subisce violenza, offrendo assistenza dal punto di vista fisico, psicologico e giuridico, nel rispetto della riservatezza.

E, in piu’, con “questa formazione, che sara’ attuata con l’aiuto di esperte di cultura di genere e si basera’ sul recepimento delle linee guida nazionali” per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza, chiarisce D’Elia. Obiettivo non secondario sara’ poi la concreta costruzione della rete antiviolenza regionale, “che significa un sistema non gerarchico, ma anche competenze e saperi da condivisi”.

“Questa mostra sta avendo un grande successo e l’inaugurazione e la conferenza stampa sono stati molto toccanti”, dichiara l’assessora Pugliese, ringraziando Reama, fondazione Pangea e le consigliere “che hanno permesso di iniziare questo percorso che la portera’ in altre citta’ della Regione” e sottolineando l’importanza di strutturare la rete, che, per D’Elia, deve essere affiancata “dal rafforzamento dei percorsi di fuoriuscita, quindi dal lavoro – e abbiamo avuto le prime otto richieste per il contributo di liberta’ – e da un lavoro strutturale sulla cultura, ad esempio con l’educazione di genere, ancora sottovalutata”.

Ed e’ proprio a partire dai giovani che Marzia Bianchi racconta i suo scatti in mostra tra i dolori e le ferite delle donne che subiscono violenza, delle loro parole esposte accanto alle radiografie delle fratture causate dai maltrattamenti, che rompono il muro del silenzio e dell’invisibilita’.

“Il male sta in tante piccole cose quotidiane, come spiegavo agli studenti di un liceo classico di Roma venuto in visita- spiega- una lista della spesa con i soldi che non bastano per comprare tutto, lui che prende il cellulare e lo tiene in tasca perche’ deve controllare i messaggi e le telefonate. A Milano abbiamo esposto le radiografie originali con un cerchio rosso che evidenziava il trauma. Qui abbiamo rielaborato le immagini e deciso di non mettere quel cerchio per fare in modo che lo spettatore si sforzi di leggere quello che ha davanti. Per me questa mostra e’ stato un laboratorio per rielaborare il dolore raccolto in un anno- confessa- Mi ha insegnato il valore delle reti umane, il confronto con le donne, con le figlie che subiscono violenza assistita”.

Protagoniste della giornata anche anche buone pratiche e eccellenze regionali della rete: dalla Asl Roma 2 alle pratiche dello sportello antiviolenza del San Camillo “l’unico in Europa aperto h24 in un ospedale pubblico”, precisa la presidente di BeFree, Oria Gargano, dall’approccio verso l’autonomia di Differenza Donna al policlinico Umberto I a Telefono Rosa, alle esperienze sui territori con le associazioni Giuridicamente libera e Ponte donna.

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