Liceo Gullace, le emozioni degli studenti per la maturità

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Roma – C’è chi si rincorre agitando una bottiglia di spumante, chi esulta con gli amici e chi abbraccia i genitori che aspettano fuori dal portone. Ognuno a modo suo, gli studenti e le studentesse del liceo ‘Teresa Gullace’ di Roma esprimono la gioia di aver superato il tanto temuto esame di maturità. Il secondo della pandemia e dopo tanti mesi di didattica a distanza.

“Dopo quest’anno da incubo sono felicissimo che sia finito tutto- dice Luca, appena uscito dal cancello- anche se ero molto teso e mi sono un po’ confuso all’inizio, è andata, e questo è l’importante”.

Le norme anti-Covid vengono rispettate rigorosamente; pochissimi gli studenti e le studentesse che aspettano nella piazza davanti al liceo, tutti con le mascherine sul viso e in gruppetti distanziati. La maggior parte di loro esce e si allontana subito con i genitori. “Con gli amici festeggeremo questo weekend andando al mare tutti insieme- dice Elisa- e con molti compagni di classe abbiamo prenotato un viaggio in Sicilia ad agosto”. Chi deve ancora entrare, invece, sembra molto meno rilassato.

“Dicono tutti che è un esame più facile- commenta Sofia mentre si sventola nervosamente con il foglio degli appunti- invece per me non è così. Odio le interrogazioni orali e l’esame sarà solo questo. Sarò strana io, ma per molte materie avrei preferito lo scritto, anche perché un’ora di orale è veramente tanto”.

Fra i fortunati che hanno già finito oggi, molti festeggeranno stasera andando a vedere la partita degli europei Italia-Svizzera. “Noi andremo a vederla tutti insieme ai Fori Imperiali- dice Giacomo- anche un nostro amico che ha l’esame domani ha detto che verrà, perché non vuole più ripassare ed è sicuro che gli verrebbe l’ansia se restasse a casa”.

La maggior parte degli studenti e delle studentesse che escono alla spicciolata sembrano abbastanza soddisfatti della prova sostenuta. “Anche se all’inizio ho balbettato un po’, la parte dell’elaborato è andata bene- dice Amanda- per storia mi hanno fatto vedere un’immagine dell’incendio del Reichstag, all’inizio non l’avevo riconosciuto, poi sono riuscita a fare vari collegamenti e mi sembra di aver fatto una bella figura”. Per quanto riguarda i docenti, i ragazzi sono d’accordo: sono stati compresivi e non li hanno messi in difficoltà.

“Però è stato comunque un incubo trovarsi in mezzo a tutti i prof seduti a ferro di cavallo, come un plotone d’esecuzione- scherza Gianluca- ma la tortura è finita, e adesso possiamo finalmente andare a rilassarci al Parco degli Acquedotti”.

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