Liceo Morgagni, la voce degli studenti: pochi fondi dal Pnrr

Roma – “In un momento di attacco generale ai diritti degli studenti, docenti e personale ATA, di una trasformazione della scuola che tutela come ultima cosa i nostri interessi, crediamo necessario non solo portare avanti la nostra lotta, ma generalizzare la partecipazione degli studenti e, speriamo, anche di tutti i lavoratori della scuola”.

Si chiude così il documento politico redatto dall’assemblea degli occupanti del ‘Morgagni’, lo storico liceo del quartiere Monteverde a Roma, occupato dagli studenti e delle studentesse all’alba di martedì scorso. Un documento di nove pagine ricco di analisi basate su dati e fonti ufficiali, votato all’unanimità da un’assemblea composta da centinaia di studenti e studentesse, per spiegare le ragioni della loro protesta ed invitare gli altri studenti e i lavoratori ad unirsi alla lotta.

Definito dall’assessore alla Cultura del III Municipio, Christian Raimo, come “una delle cose migliori che ho letto sulla scuola in questi ultimi mesi”, il documento parte da una riflessione sulle contraddizioni emerse con la pandemia, che nonostante i lunghi mesi di chiusura non sono state risolte, per concentrarsi poi sull’analisi delle misure previste dal Pnrr per la scuola, considerate insufficienti e controproduttive, fino all’esposizione delle problematiche interne all’istituto.

“Innazitutto stiamo protestando contro una linea generale che è stata portata avanti negli ultimi anni dai vari governi riguardo ai fondi dedicati alla scuola- spiega Pietro, membro dell’assemblea degli occupanti- anche con il Pnrr, secondo noi, sono stati stanziati pochi fondi e soprattutto distribuiti in maniera sbagliata. Ad esempio per la questione degli spazi, sono stati investiti troppi fondi per la riqualificazione energetica. Lo riteniamo giustissimo, ma dal momento che le scuole cadono letteralmente a pezzi e ci piove dentro le classi, bisognerebbe dare la priorità ad interventi strutturali”.

Gli studenti accusano anche il Pnrr di accelerare il processo di aziendalizzazione e di rinforzare il “classismo” del sistema scolastico. Anche a causa dei PCTO (l’ex alternanza scuola- lavoro) sempre più mirati, scrivono, “le scuole superiori diventano il luogo dove le aziende crescono i loro futuri lavoratori”.

“Inoltre, mantenendo l’autonomia scolastica, le scuole vedranno il loro finanziamento basarsi a seconda delle graduatorie- scrivono- facendo sì che quelle migliori continuino a prendere buona parte dei fondi e quelle peggiori ricevano una parte minoritaria, aumentando così la già immensa disuguaglianza che c’è tra scuole del centro e scuole di periferia e facendo così innalzare ancora di più il divario nell’offerta formativa dei singoli istituti”.

Passando dalle analisi generali alle rivendicazioni più concrete, gli studenti e le studentesse attraverso l’occupazione chiedono di essere finalmente ascoltati.

Vogliono che venga aperto un tavolo permanente con la Prefettura sulla questione degli orari scaglionati, un tavolo permanente con la Provincia di Roma e l’USR per l’edilizia scolastica, una commissione paritetica per i diritti degli studenti nei PCTO e “la possibilità di proporre dei percorsi di alternanza utili al nostro curriculum didattico”, una commissione paritetica sull’offerta formativa e sulla parità di genere “affinché all’interno del ‘Morgagni’ si crei una maggiore consapevolezza sulla questione di genere e un ambiente favorevole per l’intera comunità studentesca in tutte le sue sfaccettature”.

Intanto, stanchi di aspettare che le loro richieste vengano esaudite, hanno deciso di occupare la scuola per riappropriarsi dei suoi spazi, della socialità perduta, e per sperimentare una didattica autogestita.

“Abbiamo organizzato un corso sulla lotta partigiana a Roma, tenuto da Lorenzo Lang, uno sullo sport popolare con Acrobax, uno sulla questione ambientale tenuto da Massimo Serafini- spiega Irene, studentessa dell’assemblea degli occupanti- nei prossimi giorni ci saranno corsi sull’educazione sessuale e sulla questione di genere”.

Questa mattina, infine, gli occupanti hanno invitato ad un confronto i lavoratori e le lavoratrici di Alitalia che si oppongono al piano ITA, che giorni fa avevano scritto un comunicato in sostegno alla protesta degli studenti.

“Li abbiamo invitati insieme al movimento dei ‘disoccupati 7 novembre’ perché crediamo che in questo momento più che mai sia necessario unire le varie lotte che ci sono nella società- spiega uno studente che preferisce restare anonimo- perché sono figlie delle stesse politiche del governo che fa pagare alle classi popolari tutto il costo delle manovre che stiamo facendo, e le farà pagare in futuro a noi studenti con il meccanismo a debito del Pnrr”. (Agenzia Dire)