Mascherine, guanti e polemiche: riparte il Consiglio Regionale

Roma – Gel igienizzante ovunque, all’ingresso un termoscanner e addetti pronti a fornire guanti e mascherine, barriere divisorie in plexiglass in ogni punto dove il personale potrebbe venire a contatto con il pubblico, segnaletiche in terra che oltre a indicare le direzioni di marcia ricordano di “mantenere il distanziamento sociale”. Ecco il Consiglio regionale del Lazio ai tempi del Coronavirus. Due mesi dopo l’ultima volta, la Pisana e’ tornata a riunirsi ma in un mondo completamente diverso. Era il 5 marzo quando l’assessore alla Sanita’, Alessio D’Amato, riferiva in aula su come la Regione si stava attrezzando per affrontare il virus.

Da allora ad oggi in mezzo ci sono state oltre 30mila vittime, un Paese in lockdown per quasi due mesi e piu’ di centomila contagiati. Il Consiglio aveva risposto immediatamente all’emergenza mettendo i suoi dipendenti in smart working e fermando tutti i lavori di commissioni e Aula per una ventina di giorni. Poi, la necessita’ di ripartire, soprattutto per fare avanzare le prime misure emergenziali di sostegno adottate dalla Giunta, ha portato le commissioni a riunirsi da remoto per la prima volta nella storia della Pisana. Un passaggio che per essere ‘istituzionalizzato’ aveva bisogno, dopo un primo via libera grazie all’interpretazione del regolamento, di una modifica del regolamento stesso.

Questo atto e’ arrivato oggi in un Consiglio trasformato in ossequio alle regole antiCovid. All’ingresso subito un vigilante, termoscanner in mano, pronto a misurare la temperatura a chiunque entrasse. Poi, passaggio alla pulizia delle mani con gel sanificante, guanti per chi li avesse voluti e mascherina per chi non l’avesse avuta con se’. Una volta entrati, la ‘nuova Pisana’ e’ un mix di colori e segnaletiche a terra: strisce gialle e nere per proteggere i percorsi dedicati ai non vedenti, frecce ad indicare il giusto verso di direzione, intervallate dal messaggio bianco su sfondo blu ‘mantenere il distanziamento sociale’.

E ancora “vecchi” cartelli (attaccati gia’ dai primi di marzo ma ancora attuali considerata la circolazione del virus) sulle misure di igiene personale e non solo per tutelarsi rispetto alla possibilita’ di contagio del Coronavirus, e altri di divieto, come quelli attaccati (in grande quantita’) sulle poltrone della sala Mechelli, unico luogo dove era possibile seguire la seduta dell’aula, dove non si poteva sedere, sempre per rispetto delle distanze. Un richiamo, quello della distanza da mantenere, che sembra stridere con una realta’ fatta di lunghi corridoi per lo piu’ vuoti e percorsi solo da persone con mascherine bene in vista sul volto.

Anche l’Aula si e’ dovuta adeguare agli obblighi del distanziamento, nonostante i 71 posti presenti (su 51 consiglieri eletti) e cosi’ il cosiddetto ‘Acquario’ (lo spazio dove di solito il pubblico seguiva i lavori) e’ diventato inaccessibile a chiunque non sia un consigliere: “Sono stati ricavati 42 posti nell’emiciclo, 12 posti nella presidenza, ne sono stati poi microfonati altri 4 ai lati della presidenza e 5 all’esterno del vetro- ha spiegato il presidente Mauro Buschini ai consiglieri all’inizio dei lavori- Essendo la sala completamente chiusa l’aula ha a servizio anche quest’altro ambiente”. Piu’ spazio tra un consigliere e l’altro, rigorosamente divisi da barriere in plexiglass, ma non solo: “L’ufficio di presidenza- ha ricordato Buschini- provvedera’ ad assegnare i posti in maniera da evitare l’organizzazione spontanea, al momento”.

È la ‘nuova normalita” del Consiglio, per dirla con le parole del presidente Buschini. Per uno dei suoi due vice, il grillino Devid Porrello, “E’ stato un ritorno diverso, una Pisana abitata da un quinto del normale flusso giornaliero dei dipendenti. Una cosa un po’ triste da un certo punto di vista ma utile per salvaguardarli da un eventuale contagio, cerchiamo di dare a tutti la giusta sicurezza nell’affrontare il lavoro. Chi puo’ fare smart working lo fa, chi non puo’ e’ venuto e abbiamo avuto il piacere di incontrarci e salutarci seppur a distanza”.

C’e’ poi chi, per mestiere, e’ abituato a mascherine e termometri, come il capogruppo del Pd, Marco Vincenzi: “Io sono un medico e ho avuto modo di essere a contatto con la realta’ della malattia e della salute. Questo e’ un fatto eccezionale perche’ coinvolge l’intera comunita’ del nostro a Paese e non solo. Ci dobbiamo attrezzare per superare questa fase, non solo per conviverci”. La fase che non ha superato il Consiglio regionale e’ quella della polemica politica. Stavolta il terreno di battaglia l’ha fornito il M5S con un subemendamento che e’ stato votato anche dalla maggioranza e ha introdotto la possibilita’ di svolgere le sedute di Consiglio regionale a distanza in caso di gravi emergenze sancite da provvedimento della presidenza del Consiglio dei ministri.

Il centrodestra, che gia’ in una seduta della Giunta per il regolamento aveva annunciato la sua forte contrarieta’ “perche’ la sede naturale del Consiglio e’ la Pisana, e’ qui che ci si confronta e si dibatte”, ha abbandonato l’aula al momento del voto: “Non ritratto il lavoro fatto in ufficio di presidenza ma e’ ovvio che cambiando le carte in tavola non sono piu’ d’accordo rispetto a un lavoro dove ho messo al centro il lavoro del Consiglio e l’obbligo dei consiglieri regionali di venire in Aula”, ha avvisato il vicepresidente e consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Cangemi.

Secondo il suo capogruppo, Giuseppe Simeone, la maggioranza e’ stata costretta a votare il subemendamento dei 5 Stelle, altrimenti non avrebbe avuto il numero necessario di consiglieri (31 per le prime due votazioni) per approvare le modifiche: “Una scelta dovuta anche al fatto che la modifica aveva bisogno di voti piu’ sostanziosi di quelli che la maggioranza aveva nelle sue disponibilita’ e per questo, ob torto collo, ha dovuto accettare quella proposta”.

Che Devid Porrello difende, parlando all’agenzia Dire: “Nei momenti di massima emergenza, quando nessuno si poteva muovere di casa, quest’aula non si e’ mai riunita perche’ non aveva lo strumento per poterlo fare. Invece da oggi, nei momenti di massima emergenza e di fermo totale, il Consiglio potra’ riunirsi come e’ stato fatto con le commissioni consiliari. Adesso abbiamo il modo per evitare proprio quello che diceva la Lega e cioe’ che per 78 giorni l’Aula non e’ stata convocata.”

“Questo non significa che d’ora in poi faremo consigli on line, tanto e’ vero che gia’ il prossimo sara’ di persona e lo si potra’ fare perche’ la modifica dice che in caso di emergenza il presidente del Consiglio puo’ convocare le sedute in modalita’ on line, ma dal 4 maggio il lockdown e’ stato allentato, si puo’ riprendere una vita piu’ normale e cosi’ il presidente, sentito l’ufficio di presidenza, convoca il Consiglio in presenza fisica, che e’ la soluzione da prediligere sempre”. Per il consigliere M5S “le proteste del centrodestra sono strumentali e vanno contro i loro stessi obiettivi e principi. Questa e’ una modifica sacrosanta”.

Quanto al rischio di possibili disconnessione legate a una scarsa copertura della rete nelle aree interne della Regione: “L’ufficio di presidenza con una propria deliberazione trattera’ questi argomenti. In caso di disservizi il consigliere avra’ sempre la possibilita’ di riconnettersi e partecipare alla commissione, specialmente quando ci sono dei voti, e se la connessione dovesse cadere proprio al momento del voto ci sara’ una sospensione della commissione di 15 minuti o fino a quando non si potranno ristabilire le normali modalita’ di lavoro”.