Matone: rigenerazione urbana per risposte a periferie

Roma – “La morte della povera Desirée, rapita, stuprata e uccisa in un quartiere storico di Roma, non può essere liquidata come uno dei tanti episodi di cronaca nera metropolitana”. Così il magistrato Simonetta Matone, candidato Prosindaco al Campidoglio per il centrodestra.

“La recente condanna all’ergastolo, nel processo di primo grado, degli assassini della ragazza non può far dimenticare il contesto di degrado sociale, urbano ed economico, in cui si è perpetrato questo terribile atto, causato da un coacervo di illegalità e inerzia.”

“La città è anni che attende che qualcuno faccia qualcosa per eliminare lo scandaloso stato in cui versa questo, come tanti altri quartieri romani.”

“Ma, tranne un molto tardivo tentativo di avviare il ‘Programma di valorizzazione San Lorenzo’, previsto dal Piano Regolatore già nel lontano 2008, la città, non solo il quartiere, è da anni che attende qualcosa di concreto.”

“Mentre il borghetto San Lorenzo, scena del crimine dell’efferato delitto, resta sempre lì, con i suoi ruderi e le sue ignobili baracche, in una sorta di immutabile drammaticità.”

“Tale situazione, intollerabile per qualsiasi città, è il paradigma dell’incapacità di Roma, capitale civile e religiosa d’Italia, di fare qualcosa per Roma e per i suoi cittadini. E non solo con le indispensabili azioni per tutelarne la sicurezza ma anche avviando progetti di prevenzione del crimine con l’eliminazione delle tantesacche di degrado sociale e urbanistico”.

“Oggi gli investitori internazionali guardano la nostra città con interesse ma diffidenza- ha proseguito Matone- Interesse per la bellezza che sa esprimere e le opportunità da cogliere (determinate anche da valori immobiliari fermi da anni), ma con la diffidenza per l’inerziaamministrativa, la burocrazia imperante, l’illegalità diffusa ma, ancor di più, per carenze di progettualità.”

“E tutto questo si può riassumere in una questione: l’assenza di governo della cosa pubblica. Che non può essere demandato ai cittadini o alle imprese, ma deve essere esercitato attraverso la riorganizzazione della macchina capitolina, che deve assumere la missione di agire per favorire e creare le condizioni affinché le ingenti risorse finanziarie interessate a investire su Roma, possano trovare progetti concreti, sostenibili e solidali.”

“Roma, ancor prima di chiedere fondi statali o ulteriori riforme istituzionali per assumere maggiori poteri, deve essere rimessa in grado esercitare i poteri che ha, al fine di generare risorse ‘della città per la città’ e avviare la riqualificazione delle tante aree degradate nelle tante periferie abbandonate da anni”.

Per fare ciò Roma, “come altre capitali europee, si deve dotare di una vera e propria Agenzia Urbanistica- ha concluso Matone- che rediga, come nel caso di San Lorenzo, progetti di rigenerazione che possano essere attuati dai privati. Coinvolgendo la Cassa Depositi e Prestiti che, quale principale driver immobiliare pubblico, deve diventare il partner del Comune e dei privati per lo sviluppo dei programmi di rigenerazione urbana”.