Monte Carnevale, 1.4 mln tonnellate rifiuti in 5 anni

Roma – In piena emergenza Coronavirus, ieri la Ngr ha depositato in Regione Lazio il progetto per la discarica nell’ex cava a Monte Carnevale, a Roma. Il Tar ha recentemente sospeso l’autorizzazione regionale rilasciata a fine dicembre alla societa’ partecipata al 75% dalla Mad di Valter Lozza per una discarica di inerti e fanghi, ma questo non si scontra con la possibilita’ di iniziare negli uffici competenti l’eventuale iter per arrivare al via libera per questa tipologia di impianto di smaltimento che (nel caso) ricevera’ gli scarti e la fos derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani della Capitale. Quello presentato in Regione non e’ il progetto nella sua interezza.

Nel senso che Ngr ha sottoposto all’ente intanto una parte del suo ‘disegno complessivo’, chiedendo di esprimersi sulla eventuale necessita’ di sottoporre a valutazione di impatto ambientale un iniziale progetto che prevede la realizzazione di due lotti (o meglio di un lotto diviso in due), che saranno realizzati proprio nelle vicinanze dell’ingresso della futura discarica, ‘di potenzialita’ complessiva pari a 83.333 metri cubi- si legge nella relazione tecnica allegata all’istanza della Ngr- con un volume utile netto di 75mila metri cubi (al netto dei ricoprimenti giornalieri)’. Il che, tradotto in rifiuti, vale 67.500 tonnellate, un’inezia rispetto alle necessita’ di Roma, che per il solo 2020 produrra’ 374.000 tonnellate di rifiuti da discarica (come scrive Ama nelle linee guida del suo piano industriale).

Non a caso nella relazione si legge che ‘l’iniziativa in progetto tende quindi a fornire una flebile soluzione allo smaltimento dei rifiuti in uscita dagli impianti tmb’. Perche’ la gran parte del progetto deve ancora arrivare, considerato che il sito di Monte Carnevale ha una volumetria complessiva di 1,4 milioni di metri cubi, e arrivera’ una volta che sara’ dato il via libera (ricorsi permettendo) a questo primo stralcio. Non a caso, sempre nella relazione tecnica si legge che la Ngr presentera’ una istanza di provvedimento unico autorizzativo regionale ‘per l’intera area nelle disponibilità’.

Insomma, una volta partiti col primo lotto in Regione sara’ presentata la richiesta di valutazione di impatto ambientale e autorizzazione integrata ambientale che riguardera’ gli altri sette lotti degli otto complessivi che, in tutto, potranno ospitare fino a 1,4 milioni di tonnellate di rifiuti per cinque anni. Una cifra cui si giunge leggendo la parte della relazione tecnica in cui viene evidenziato che ‘nel caso in esame si e’ stimato un rapporto di compattazione approssimativamente pari a 0,9 t/metrocubo’.

Addirittura ‘questo valore puo’ essere incrementato nel caso in cui i rifiuti vengano conferiti sciolti e non in balle e che i mezzi, di trasporto e conferimento, siano tali da favorire la compattazione durante le operazioni di arrivo, scarico e allontanamento degli stessi’. Se la Regione dovesse ritenere di non procedere con la valutazione di impatto ambientale, visto che il progetto ha una capacita’ complessiva inferiore ai 100mila metri cubi, e i vari dei Tribunali amministrativi non stoppassero ulteriormente l’iter (Ngr sta valutando di impugnare al Consiglio di Stato la sospensiva del Tar) i primi due lotti dovrebbero essere pronto entro sei mesi dalla ripresa dei lavori.

Le caratteristiche che avranno sono illustrate nel progetto, dove intanto emerge che ‘il sistema di impermeabilizzazione del fondo dell’invaso e delle pareti laterali e’ costituito, dal basso verso l’alto, da uno strato di materiale argilloso naturale di spessore di un metro; un telo bentonitico di spessore pari a 6 mm; una doppia geomembrana in polietilene ad alta densita’ dello spessore di 2 mm con interposto un geocomposito drenante; un geotessile tessuto non tessuto da 1000g/mq, a protezione del manto in hdpe’. La novita’, per quanto riguarda questi presidi, e’ legata al doppio telo in hdpe che avra’ interposto un sistema fisico meccanico capace di segnalare eventuali perdite.

Quanto al percolato, il pericoloso inquinante prodotto dalla bio degradazione dei rifiuti, ‘verra’ estratto dagli invasi di coltivazione, mediante pompe sommergibili allocate nei pozzi e dotate di temporizzatore che, ad intervalli determinati, mette in funzione le pompe e permette di allontanare il percolato dal corpo dei rifiuti.

Una volta estratto dai bacini, il percolato prodotto viene stoccato all’interno di alcune cisterne prima di essere destinato al trattamento nell’impianto dedicato o in adeguati impianti esterni all’area. E’ stato previsto un sistema di accumulo costituito da 5 serbatoi cilindrici in acciaio della capacita’ di 40 metri cubi ciascuno, comunicanti tra loro e dotati di bacino di contenimento di capacita’ idonea per un totale complessivo di 200 metri cubi’.

Passando al biogas, il gas naturale prodotto dalla fermentazione dei rifiuti, ‘si stima una produzione sui 30 anni pari a 9.329.372 Normalmetri cubi e, quindi, una produzione giornaliera di biogas pari a circa 852 Normalmetricubi. Il sistema di captazione e trattamento del biogas sara’ realizzato mediante la posa in opera di una rete costituita da 14 pozzi verticali collegati mediante tubazioni (una per ogni pozzo) alla stazione di regolazione e quindi al sistema di aspirazione e combustione’.

Una particolarita’ del progetto e’ legata a quanto e’ stato pensato per evitare l’assedio della discarica da parte degli uccelli: una rete metallica che di fatto coprira’ ogni lotto sormontandolo, senza impedire ai camion di scaricare. ‘I lotti di discarica sono stati progettati in modo da avere, a fine costruzione, le pareti dei lati lunghi perfettamente parallele e la corrispondente viabilita’ perimetrale alla medesima quota lungo il suo sviluppo longitudinale. In tal modo sara’ possibile installare su rotaie e carrelli gommati una tensostruttura coperta su tutti i lati con rete metallica intrecciata a tripla torsione’.

In sostanza, secondo quanto l’agenzia Dire ha avuto modo di ricostruire, quattro bracci (simili a gru) saranno posti in ciascun angolo di ogni lotti e tutti insieme stenderanno una rete che potra’ raggiungere un’altezza massima di circa 25 metri, via via che quella parte di discarica si riempie. Una volta riempita, la rete sara’ spostata nel lotto successivo. L’ingresso della discarica sara’ ‘realizzato mediante una strada, di larghezza pari a 8 metri, da via di Malnome fino all’area impiantistica ripercorrendo la viabilita’ interpoderale attualmente esistente’.

E ancora ‘in corrispondenza dell’accesso carrabile verra’ installato un cancello di ingresso in acciaio zincato della larghezza di 8 metri e altezza pari a 2,5 metri. Lungo la perimetrazione, al fine di contenere le emissioni acustiche e polverulente dell’attivita’, nonche’ per la mitigazione dell’impatto visiva della stessa, e’ prevista l’installazione di una schermatura arborea di altezza pari almeno a 2,5 metri’.

Per il monitoraggio ambientale sara’ installato un ‘sistema geoelettrico’ per ‘valutare l’integrita’ del sistema di impermeabilizzazione’. Inoltre ci sara’ un sistema di monitoraggio ‘relativo al controllo delle caratteristiche sia qualitative sia quantitative del biogas prodotto, che verranno esaminate soprattutto per dedurre informazioni sullo stato di mineralizzazione dei rifiuti’.

E ancora ‘saranno effettuate almeno con cadenza quadrimestrale analisi complete dei parametri fisico-chimici delle acque superficiali oggetto dello scarico’. Infine ‘per quel che concerne le acque sotterranee verranno realizzati alcuni pozzi di monitoraggio, uno a monte dell’invaso, a distanza sufficiente per escludere influenze dirette, e due a valle’. Questi pozzi ‘saranno attrezzati con piezometri impiegati per rilevare il livello di falda; mediante l’introduzione nei pozzi di sonde sara’ possibile effettuare campionamenti per monitorare lo stato di qualita’ delle acque sotterranee’. L’atmosfera nella zona della discarica sara’ controllata ‘mediante opportuni strumenti mobili, per verificare l’eventuale presenza di biogas all’esterno del corpo della discarica’.