Morte puscher dei trans Cafasso, a giudizio medici legali

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    Falso in atto pubblico. Per questa accusa i due medici che svolsero l’autopsia su Gianguerino Cafasso, il pusher legato ad ambienti dei trans e tra i ‘personaggi’ coinvolti nel cosiddetto caso Marrazzo, saranno processati. Il pm Eugenio Albamonte ha infatti chiesto e ottenuto nei loro confronti il giudizio immediato. Secondo l’accusa i due avrebbero falsamente attestato di aver svolto tutti gli accertamenti sul corpo del pusher. Circostanza questa emersa nel corso di una seconda autopsia svolta durante l’incidente probatorio, che ha portato alla riesumazione di Cafasso, sollecitato dai legali dei tre carabinieri accusati di omicidio volontario per la morte del pusher e di aver preso parte ad un tentativo di ricatto ai danni dell’ex presidente della Regione Piero Marazzo, sorpreso in compagnia della trans Natalì. La seconda autopsia fu svolta il 4 settembre scorso dal professor Giovanni Arcudi, il quale rilevò come nel corso del primo accertamento non fu effettuato l’esame della scatola cranica, che gli organi interni non erano stati asportati per essere analizzati e che erano stati effettuati solo dei prelievi istologici e verifiche sul cuore. Il pm Albamonte, inoltre, ha anche chiesto e ottenuto l’interdizione dall’attività professionale e da quella da pubblico ufficiale per due mesi per i due medici che, nel corso di un interrogatorio, hanno riferito che la loro consulenza è stata realizzata utilizzando un precedente esame e che quindi ci sarebbe stato solo un errore materiale, di compilazione.

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