NOI CON SALVINI su privatizzazone asili nido a Roma

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    Fabio Sabbatani Schiuma

    Fabio Sabbatani Schiuma

    “A Roma c’è una vera e propria emergenza sulle liste di attesa, sui costi e sulle carenze strutturali dei plessi scolastici di competenza comunale, ma il servizio pubblico va garantito e bisogna trovare soluzioni concrete e soldi. La privatizzazione appare al commissario Tronca come l’unica scorciatoia possibile e costituisce peraltro una chiara scelta politica oltre l’ordinaria amministrazione alla quale egli sarebbe preposto. Per Noi con Salvini invece al privato non va consegnata la gestione, ma va coinvolto con degli incentivi, solo nella ristrutturazione e messa a norma con la legge 626 delle scuole in questione”.

    E’ quanto dichiara in una nota Fabio Sabbatani Schiuma, componente del coordinamento romano Noi con Salvini e segretario nazionale di Riva Destra.

    “La colpa è la cattiva gestione del settore di cui ogni giunta capitolina, di qualsiasi colore, si è resa protagonista nell’ultimo ventennio”. “‘Adotta un nido’ – continua la nota – è la nostra proposta di offrire ai privati sgravi fiscali sulle tasse comunali, cartellonistica pubblicitaria gratuita e rapporti prioritari con la pubblica amministrazione, mediante la creazione dell’albo delle I.S.U. (‘Imprese Socialmente Utili’), in cambio del contributo a una migliore manutenzione e ristrutturazione scolastica.

    Il tutto – prosegue la nota – con il risultato di recuperare l’utilizzazione piena di tanti plessi scolastici che hanno ancora aule inagibili: le liste d’attesa si dimezzerebbero e se recuperassimo i tanti spazi destinati alla didattica utilizzati per altri scopi o magari occupati, eviteremmo di costringere le famiglie romane al ricorso al privato come unica soluzione”. Schiuma ricorda come “nel lontano 2001 infatti, il Campidoglio commissionò un monitoraggio alla società Igeam per l’adeguamento alla Legge 626 sulla sicurezza nei plessi scolastici di competenza comunale. Dopo i primi 300 risultati emerse un dato che in proporzione richiedeva circa 770 miliardi delle vecchie lire per i necessari interventi”.

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