Omceo Roma, De Lillo: priorità formazione giovani medici

Roma – “Uno dei primi atti, insieme al presidente Magi, sara’ quello di ricordare con un’iniziativa formale tutti i colleghi che sono ‘caduti’ a Roma, e non solo, combattendo in prima linea in questa guerra contro il Covid”. Cosi’ il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Roma, Stefano De Lillo, interpellato dall’agenzia Dire in merito alle prime iniziative che intende mettere in campo per il quadriennio che lo vedra’ nel Consiglio Direttivo, appunto come vicepresidente, dei camici bianchi della Capitale.

“Un punto su cui sara’ necessario lavorare- prosegue De Lillo- sara’ ridare un ruolo centrale nella sanita’ al medico e agli operatori sanitari. Speriamo che l’aura di ‘eroi’ conquistata in questo momento storico, e legata all’emergenza sanitaria, non finisca rapidamente. Bisognera’ poi lavorare sulla tutela del lavoro del medico stesso: abbiamo infatti ancora questa spada di Damocle rappresentata dalla rilevanza penale dell’atto medico, cosa che e’ prevista in pochi Paesi, tra cui l’Italia, e che determina enormi costi in tema di medicina difensiva, oltre che di distrazione del medico stesso dalla sua azione, proprio a seguito degli attacchi che spesso riceve”.

Ma al vicepresidente De Lillo sta soprattutto a cuore il tema della programmazione e della formazione dei giovani medici: “Entrambe in questi anni sono un po’ mancate- prosegue- Ma mi spiego meglio: e’ chiaro che l’esperienza a numero chiuso e la programmazione dell’accesso alla facolta’ di Medicina vanno riviste, perche’ attualmente i nuovi laureati sono sottodimensionati alle esigenze del Paese e questo e’ stato messo in evidenza dalla pandemia, cosi’ come l’accesso alle specializzazioni.”

“Faremo in modo che venga aumentato notevolmente il numero delle borse di studio per la specializzazione, perche’ anche queste sono sottodimensionate. Ogni anno, per esempio, meta’ dei laureati rimangono senza la possibilita’ di accedere alla specializzazione e questo e’ gravissimo, perche’ molti medici specialisti stanno andando in pensione e si aprono dei grandi vuoti. Cosi’ come anche la formazione in Medicina generale: leggiamo sui giornali che quest’anno andranno in pensione circa 700 medici di Medicina generale, ma i numeri della formazione programmati dalla Regione evidentemente non sono all’altezza dei numeri da sostituire”.

Intanto, siamo ancora nel pieno della pandemia, e secondo De Lillo un altro tema prioritario da affrontare e’ quello dell’organizzazione della vaccinazione. “Speriamo che, oltre ai vaccini Pfizer e Moderna, ci siano anche altre opportunita’- commenta- In questo modo potremmo rapidamente continuare l’azione di vaccinazione soprattutto verso le fasce piu’ deboli della popolazione”.

E, da medico di famiglia, De Lillo ritiene che “tutti i miei colleghi dovranno avere un ruolo diretto nelle vaccinazioni- sottolinea- anche perche’ in questo modo sara’ piu’ semplice la conservazione di questi nuovi vaccini e quindi potremmo attivarci piu’ rapidamente nella somministrazione”.

Ma a proposito dei medici di famiglia, in che modo si sono dovuti ‘reinventare’ per affrontare l’emergenza sanitaria? “Tutti noi medici di famiglia abbiamo certamente svolto con impegno e sacrificio la nostra parte- risponde De Lillo alla Dire- reinventandoci il lavoro e sfruttando sicuramente la telemedicina e i mezzi a distanza che la tecnologia ci ha offerto.”

“Una cosa che ricordero’ di questa pandemia sara’ proprio il rapporto diretto con il paziente da solo a casa, che aveva nella telefonata o nella videochiamata con il medico curante l’unica voce di vero conforto durante il periodo di isolamento. E questo ci lascia, a noi medici di famiglia, dei ricordi professionali molto belli seppur associati ad un anno tragico”.

Interpellato infine su cosa portera’ della sua esperienza professionale all’interno dell’Ordine dei medici, De Lillo risponde: “Per questa mia nuova avventura, intanto, mi avvarro’ senz’altro dell’esperienza maturata dal presidente Magi, che esce da tre anni importanti di guida dell’Ordine dei medici, ma anche di quella di tanti colleghi che gia’ hanno fatto parte dell’Omceo Roma.”

“Per il resto, per tanto tempo mi sono occupato, con vari ruoli all’interno delle istituzioni, di politica sanitaria: dal Municipio al Consiglio comunale di Roma, dal Consiglio regionale alla commissione Sanita’ del Senato, fino all’Agenas. Sono contento ora di iniziare una nuova esperienza al servizio dei colleghi dell’Ordine dei medici di Roma e soprattutto della sanita’ della nostra citta’, in questo momento cosi’ difficile.”

“Non rappresento infine nessuna sigla sindacale- tiene a sottolineare- a differenza di altri colleghi che si sono negli anni approcciati all’esperienza dell’Ordine. In questo senso, penso e spero di poter essere utile nel rappresentare la libera professione e chi, magari non ha un riferimento sindacale specifico”.