Omceo Roma, Grimaldi: vaccinazioni 5-11 anni ancora poche, ma cresceranno

Roma – “La vaccinazione è iniziata da pochissimo, prima delle feste di Natale. Poi c’è stata anche una concomitante impennata di casi proprio nelle ultime settimane che ha interessato soprattutto la fascia pediatrica. A questo si aggiungono tanti dubbi e timori da parte dei genitori, rispetto ai quali occorre che tutti noi pediatri si faccia tanta informazione, fornendo le giuste informazioni alle famiglie e dando rassicurazioni.”

“Molti colleghi che prestano servizio nei centri vaccinali, inoltre, sottolineano la necessità di facilitare l’accesso offrendo alle famiglie più opzioni di orario. Non dobbiamo dimenticare infatti che i pazienti pediatrici hanno esigenze diverse dagli adulti, questi ultimi si autogestiscono, mentre i bambini hanno bisogno di essere accompagnati e i genitori devono conciliare le incombenze familiari con quelle lavorative”.

Sono tanti e diversificati i motivi per cui la campagna vaccinale della fascia 5-11 anni non ha ancora fatto registrare i numeri attesi, secondo Valentina Grimaldi, pediatra di libera scelta della Asl Rm2, consigliere dell’Ordine dei Medici di Roma e membro del direttivo della Fimp Roma (Federazione Italiana Medici Pediatri). La pediatra resta però ottimista riguardo al futuro andamento della campagna vaccinale tra i più piccoli: “Sono convinta che andrà avanti in modo positivo”, assicura.

In questo, aggiunge, un ruolo fondamentale sarà giocato proprio dai pediatri: “Quando noi siamo convinti del messaggio che diamo, trasmettiamo sicurezza. Il tempo che dedichiamo a spiegare ai genitori, a chiarire i loro dubbi, fa la differenza. Resta ovviamente quella sacca di resistenti che non si sono vaccinati e, ovviamente, non vaccinano neanche i figli. Ma la nostra funzione rimane davvero importante”.

Grimaldi tiene a ricordare che “in questo momento, noi pediatri siamo veramente sotto pressione perché oltre alla gestione del Covid, portiamo avanti anche l’attività legata alla salute dei bambini, che continuano a nascere e ad ammalarsi anche di altro. Molti di noi, inoltre, stanno prestando servizio nei centri vaccinali ed effettuano i tamponi in ambulatorio. Stiamo anche collaborando con i dirigenti scolastici per gestire i casi a scuola secondo le regole regionali che sono molto complesse”, aggiunge.

“Questo perché noi pediatri non possiamo occuparci solo della salute fisica dei bambini e dei ragazzi trascurando l’importanza della loro vita sociale, che passa inevitabilmente dalla scuola. C’è una grande tensione emotiva tra le persone, in particolare tra i genitori – osserva la pediatra-. C’è tanta paura e questo rende complessa la gestione di tante situazioni nelle scuole”.

Riguardo alla crescita dei casi pediatrici di infezione da Sars-Cov-2, Grimaldi spiega: “Lo scorso anno abbiamo avuto molti meno casi tra i bambini perché questi ultimi sono stati quasi sempre a casa, lontani dalla scuola e dalla socialità. Quest’anno, invece, sono tornati a scuola e nei luoghi di aggregazione.”

“Situazioni che fanno registrare un aumento anche dei casi del banale raffreddore. Inoltre, i bambini sono la fascia meno protetta dal vaccino, per ora, e questo li rende più vulnerabili all’infezione. Questo- conclude la pediatra- è ovviamente un ulteriore elemento a favore della vaccinazione”. (Agenzia Dire)