Omceo Roma: rete medici per ascolto e assistenza

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Roma – “Dare il via a uno sportello per le donne che subiscono aggressioni e violenze, ma anche discriminazioni sul lavoro, per creare una rete capillare sul territorio di ascolto, welfare e assistenza sanitaria”. Questo il progetto che portera’ in commissione Pari opportunita’ dell’Ordine dei medici di Roma, Cristina Patrizi.

La consigliera, neo-rieletta ha raccontato all’agenzia Dire come si e’ arrivati a questa idea: – Dottoressa Patrizi, lei ha fatto parte della commissione Pari opportunita’ nell’Ordine dei medici di Roma, presieduta dalla collega Rosa Maria Scalise. Com’e’ andato l’annus horribilis della pandemia per i progetti e le attivita’ di Omceo? “Avevamo iniziato molto bene, con un’audizione in Senato a ridosso dell’approvazione della legge sul ‘Codice Rosso’, contro la violenza sulle donne. Avevo partecipato come rappresentante di Omceo ed eravamo stati auditi, noi medici, insieme a magistrati, associazioni, terzo settore, per mettere a fattore comune esperienze ed attivita’ e incanalare il lavoro fatto in una rete organica e funzionale al contrasto della violenza e alla discriminazione di genere. Poi la pandemia ha sconvolto i nostri piani”.

– Quale messaggio avete portato all’attenzione del Senato? “Un progetto di monitoraggio sulle violenze contro le donne e i minori, di cui spesso i medici sono le prime sentinelle: i segni delle violenze spesso sono sui volti o magari nascosti sul corpo ma in grado di dare problemi di salute significativi e noi come medici possiamo intercettarli prima ancora che la persona vittima di violenza riesca a denunciare.”

“Inoltre c’e’ un’ampia letteratura medica che mira non solo ad indagare le ecchimosi ma anche i comportamenti o i disturbi fisici legati al trauma della violenza ma che non hanno lasciato segni sul corpo. Il progetto prevedeva di attivare un ampio monitoraggio, anche individuando nei bambini, con i pediatri, eventuali segni di aggressioni e violenze”.

Continua l’intervista a Cristina Patrizi, consigliera dell’Ordine dei medici di Roma: – Come recupererete questo progetto? “Speravamo di riuscire a riattivarlo prima del 25 novembre, giornata contro la violenza sulle donne, ma non e’ stato possibile, con grande rammarico, a causa della pandemia da Covid-19.”

“Ma abbiamo lavorato ulteriormente sull’idea e il mio obiettivo, con il nuovo Consiglio dell’Ordine, dall’1 gennaio 2021, e’ il rafforzamento di una serie di attivita’ e la creazione di un’assistenza a sportello che si inserisca in una rete sociale piu’ ampia, fatta di associazioni, terzo settore, vari ordini professionali (consulenti del lavoro e avvocati), i Comuni, primo avamposto istituzionale della presa in carico dopo i medici.”

“Questa rete dovra’ tener conto del monitoraggio, che faremo, ma soprattutto creeremo appuntamenti di formazione per i medici e i pediatri per individuare i primi segnali anche in assenza di violenze fisiche; attiveremo una ricognizione sulle condizioni lavorative delle donne nel pubblico e nel privato; faremo attivita’ di prevenzione, con la formazione su donne e minori per contrastare disparita’ e violenze; lavoreremo sulla sicurezza delle condizioni di lavoro e anche sulle patologie e le necessita’ sanitarie di genere.”

“Sara’ quindi un lavoro a 360 gradi per intercettare disuguaglianze, non solo violenze, elaborare informazioni da monitoraggio e ricognizioni e restituire questi dati con una formazione e survey utili ai medici per farsi sentinelle di disagio, discriminazioni ed aggressioni. Spesso le donne vivono in contesti in cui la mancanza di una rete di supporto sociale rende difficile se non impossibile denunciare. Non tutti hanno la capacita’ e la possibilita’ di denunciare un sopruso in un centro anti-violenza, bisogna avvicinarci a queste persone e il medico e’ la figura giusta per farlo capillarmente sul territorio”.

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