Ospedale Israelitico, Anmirs: medici in stato di agitazione

Roma – “Noi Dirigenti Medici dipendenti dell’Ospedale Israelitico di Roma, denunciamo la nostra condizione di lavoratori di “serie B” rispetto ai Medici dipendenti della Sanità Pubblica in quanto da oltre 10 anni siamo privati di un contratto di lavoro degno del servizio che offriamo e del ruolo che ricopriamo.”

“Dopo anni di paziente attesa, nel 2019 prima e nel 2020 poi, l’Amministrazione dell’Ospedale ha sottoscritto con la nostra O.S. due distinti accordi di natura economica, entrambi puntualmente calpestati.”

“Ciononostante, quando siamo stati chiamati a dare il nostro apporto alla gestione dell’emergenza Covd-19, non solo non ci siamo tirati indietro ma con grande senso di responsabilità, all’unanimità, abbiamo dato ampia disponibilità e per oltre un anno e mezzo, sacrificando la nostra vita familiare e personale e mettendo a repentaglio la nostra salute (ed in alcuni tragici casi, come è tristemente noto, abbiamo addirittura dato la nostra stessa vita).”

“Lo abbiamo fatto senza alcuna riserva, perché questa è la missione di vita che ci siamo dati. Ci hanno chiamati “Eroi” ma a noi piace pensare che questo sia il nostro normale dovere. I sacrifici personali ed i rischi connessi con la cura dei malati fanno parte della nostra quotidianità da sempre.”

“La nostra Amministrazione non si è sottratta dall’unirsi al coro unanime che elogiava il sacrificio reso in occasione della gestione dell’epidemia di Covid-19 ma lo ha fatto probabilmente perché quegli elogi sono “gratis”. Quando invece ha dovuto passare al piano più concreto del rispetto degli accordi negoziati e sottoscritti, in maniera cinica ed utilitaristica, ha trasformato i “suoi eroi” in “carne da cannone””. Così in una nota l’Anmirs, l’associazione nazionale medici istituti religiosi Spedalieri.