Parisi: momento straordinario richiede collaborazione istituzionale

Roma – “La pandemia ha rappresentato uno shock violento per tutto il mondo. Per una parte importante dell’Europa questo shock ha generato un profondo cambiamento nel modo di intendere l’Unione. Alcuni Governi, per prima la Germania, non senza importanti problemi di consenso interno, hanno preso atto della drammatica crisi economica che ha colpito nazioni fondamentali dell’Unione e hanno reagito modificando drasticamente la concezioni che di aveva dell’Europa fino a poco fa.”

“L’Ue non puo’ piu’ premettersi un’Italia con bassi tassi di crescita e a rischio di una crisi finanziaria. L’Italia ha avuto piu’ soldi di tutti, non per la capacita’ del governo di trattare, ma perche’ e’ il Paese che e’ uscito peggio da questa pandemia”. Cosi’ Stefano Parisi, consigliere regionale del Lazio, intervenendo durante la seduta straordinario di Consiglio regionale da lui richiesta.

“Purtroppo- prosegue Parisi- l’occasione storica che abbiamo davanti incontra un ostacolo molto grande: il funzionamento dell’amministrazione pubblica. La Giunta della Regione Lazio in sette anni non e’ stata in grado di spendere 209 milioni di fondi Ue, oggi oggetto di rimodulazione. E Zingaretti ha annunciato 12 miliardi di opere pubbliche, molte delle quali gia’ finanziate e che attendono di essere ‘cantierate’ da oltre dieci anni”.

Ora dobbiamo cogliere la grande sfida che abbiamo di fronte- prosegue Parisi- Credo sia molto importante che si facciano meno conferenze stampa e che ci si concentri piu’ sulle cose da fare. Dal giorno dell’accordo europeo sul Recovery Fund in poi, stiamo assistendo a una serie di comunicazioni che non hanno attinenza con la realta’. Parlando delle opere pubbliche, il presidente Zingaretti e il ministro De Micheli nei giorni scorsi hanno annunciato un elenco di opere pronte per essere realizzate, che in realta’ non esiste, non si riferisce ad alcuna decisione presa. Allo stato attuale il Dl Semplificazioni, che deve ancora essere convertito in legge, non contiene un elenco di opere da commissariare.”

“È al contrario previsto che il Presidente del Consiglio, con un proprio decreto, presenti entro il 31 dicembre 2020 questo elenco di grandi opere sentite le commissioni parlamentari competenti. Dunque cio’ che tutti i giornali hanno riportato e’ solo un allegato a una conferenza stampa, non una decisione formale. Stesso discorso per la sanita’. Quante volte Zingaretti ha annunciato la fine del commissariamento? Ne’ parlava gia’ in campagna elettorale. In ogni caso, i poteri straordinari che il presidente della Regione ha avuto per dodici anni non sono stati utilizzati per riorganizzare e rilanciare la sanita’ regionale, ma soltanto per tagliarne i costi. Ora pero’ non dobbiamo tornare alla situazione precedente. Non servono nuove assunzioni e investimenti senza una logica.”

“Per cambiare la sanita’ del Lazio bisogna renderla economicamente stabile, equa e sostenibile. Ed e’ cruciale una partnership tra pubblico e privato. Il piano Ricostruire che abbiamo presentato prevede cinque aree di intervento su cui, a nostro avviso, bisognerebbe concentrare non solo le risorse esistenti, ma soprattutto i fondi del Mes, che per la Regione Lazio ammontano a poco meno di quattro miliardi. La straordinarieta’ del momento richiede uno spirito di collaborazione istituzionale tra Giunta e Consiglio, maggioranza e opposizione. Chiediamo alla Giunta di agire sulla base degli atti di indirizzo che il Consiglio presentera’, per la definizione dei piani di intervento per l’utilizzo delle risorse della riprogrammazione dei fondi strutturali europei 2014-2020 non ancora impiegati, delle risorse sbloccate dal Dl Semplificazione, e di quelle in arrivo dai nuovi fondi Ue”, conclude.