Patrimonio, Corsetti: danno a città non viene riparato da delibera

Roma – “La delibera di riordino del patrimonio indisponibile annunciata ieri dalla sindaca Raggi, oltre ad essere un provvedimento tardivo e debole, non serve a riparare il gravissimo danno che si e’ procurato alla citta’ con la chiusura di tante realta’ associative che, nel frattempo, hanno deciso di riconsegnare all’amministrazione le chiavi dei locali che utilizzavano a fronte della richiesta di canoni esorbitanti e delle minacce di sfratto”. E’ quanto dichiara in una nota Orlando Corsetti, consigliere capitolino del Partito democratico.

“Prima di approvare la delibera che ribalta apparentemente la politica pentastellata in materia di patrimonio indisponibile- scrive Corsetti- la Sindaca e la sua Giunta avrebbero fatto bene a chiedere scusa a tutte quelle piccole associazioni non strutturate che, in questi anni, hanno chiuso i battenti sottraendo importanti servizi alla collettivita’, perche’ non in grado di affrontare economicamente la loro sacrosanta battaglia contro l’arroganza dell’Amministrazione capitolina che con un colpo di spugna ha cancellare tutto quello che avevano prodotto.”

“Sono centinaia le associazioni e gli spazi autogestiti che hanno garantito l’esistenza di centri di aggregazione culturale e servizi sociali non altrimenti erogati dall’Amministrazione comunale, altri purtroppo si sono invece arresi all’ingiustizia facendo disperdere un patrimonio dall’inestimabile valore sociale”.

Il mancato riconoscimento di tali realta’ e del rilevante contributo che offrono, anche in termini di sicurezza- aggiunge Corsetti- non e’ un errore a cui la giunta pentastellata puo’ pensare di porre rimedio con un provvedimento che arriva in vergognoso ritardo e lascia aperte una serie di questioni, come il tema del canone d’affitto e dei bandi di assegnazione, rinviandole a tempi ‘migliori’, magari ad elezioni concluse e speriamo ad un altro Sindaco.”

“Anche perche’ l’arroganza e la presunzione di questa Amministrazione non ha mai consentito alla stessa di entrare nel merito delle questioni solo perche’ alcune proposte arrivavano dall’opposizione.”

“Gia’ nel 2017, infatti, avevo presentato una proposta di deliberazione che aveva gli effetti di una norma transitoria che avrebbe quanto meno salvato quelle piccole realta’ che nel frattempo hanno chiuso.”

“Ma forse tutto questo tempo passato era indispensabile per proseguire il lavoro di riproduzione dei provvedimenti dell’opposizione che vengono sistematicamente bocciati per poi essere riproposti con una firma piu’ conveniente e in un momento piu’ opportuno. L’importante pero’ e’ non chiamarla sanatoria”.