Pd: casa rifugio Cassia, avanti col progetto

Roma – “Quanto denunciato dalla presidente dell’associazione Telefono Rosa, Maria Gabriella Cernieri Moscatelli, a seguito del sopralluogo nell’immobile sottratto alle mafie di via Cassia e destinato ad ospitare donne vittime di violenza con un recente bando del Comune di Roma e della Regione Lazio, non ci stupisce.”

“Gia’ nel 2014 con il Dipartimento Pari Opportunita’ e la Regione Lazio decidemmo l’utilizzo e la finalita’ di quello spazio sottratto alla criminalita’. Nel 2017 il condominio in questione produsse ben due diffide indirizzate a Comune e Regione rappresentando il fatto che l’immobile fosse inidoneo ad ospitare una casa rifugio.”

“A seguire ci fu, poi, la replica del dipartimento e la richiesta di un parere all’avvocatura capitolina”. Cosi’ in una nota le consigliere Chirizzi e Rollo e i consiglieri Ribera e Torquati del Gruppo del Partito Democratico del Municipio Roma XV, su quanto accaduto ieri durante un sopralluogo compiuto dall’associazione Telefono Rosa in una palazzina di via Cassia, uno dei tre immobili sottratti alle mafie inseriti nell’ultimo bando del Comune di Roma e della Regione Lazio e destinato a supportare progetti sociali.

Durante il sopralluogo della presidente i residenti hanno detto: “Noi in quel palazzo non le vogliamo, ci deprezzano il valore del bene”. “Quelle donne con la loro storia, il loro dolore, la violenza subita, per gli abitanti del comprensorio, non possono stare li’ perche’ si deprezzerebbero le loro case”.

“Cosi’ facendo una parte di societa’ alza un muro proprio nei confronti di chi meriterebbe, invece, una mano tesa e profonda accoglienza. Ci auguriamo, a questo punto, che non si faccia nessun passo indietro e si prosegua con la realizzazione di questo necessario progetto sociale. In caso contrario sarebbe una grave sconfitta per i diritti e la tutela delle donne vittime di violenza. Siamo al fianco dell’associazione Telefono Rosa per qualsiasi iniziativa voglia intraprendere”, concludono.