Il Pd ignora il proprio codice etico

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    Il Pd ignora il proprio codice etico –

    Il tornado d’ilarità e critiche, scatenatosi recentemente con una violenza senza pari, sul Codice Etico varato dal Movimento 5 Stelle, su giornali e mezzi televisivi, soprattutto su quelli asserviti alla politica del governo – purtroppo la maggioranza – dobbiamo sinceramente confessarvi che non ci ha minimamente presi e che soprattutto non ha suscitato in noi neppure un minimo di ilarità.

    Tutt’altro, anzi abbiamo trovato tale campagna talmente virulenta ed immotivata, da spingerci ad approfondire il tema.

    Ma questa volta, però, l’esame dell’argomento, trovato stranamente così avvincente nei confronti di un Movimento non partito, abbiamo voluto effettuarlo in casa degli altri, dei  partiti veri, osservando i loro codici etici, ove vi fossero, e se fossero stati rispettati o meno.

    MATTEO RENZI

    MATTEO RENZI

    Mettiamoci comodi, allora, ed iniziamo la disamina dei diversi Codici Etici, però in maniera seria, bandendo fermamente il desiderio irrefrenabile di “scompisciarci” dalle risa, come alla sua maniera direbbe nella circostanza il nostro grande comico napoletano.

    Iniziamo per questo primo articolo, ovviamente senza alcuna malevolenza precostituita, dal PD che, guarda caso, ha un circostanziato Codice Etico nel suo Statuto.

    Ve lo riportiamo, enucleando le parti più rilevanti.

    Art. 2: “Le donne e gli uomini del Partito Democratico ispirano il proprio stile politico all’onestà ed alla sobrietà… Non abusano della loro autorità o carica istituzionale per trarne privilegi; rifiutano una gestione oligarchica o clientelare del potere”.

    Art. 5: “…. si impegnano a non candidare, ad ogni tipo di elezione, anche di carattere interno al partito” e a far dimettere i rinviati a giudizio, gli arrestati e i condannati anche non definitivi per “reati di criminalità organizzata, terrorismo, armi, droga, sfruttamento della prostituzione e omicidio colposo per inosservanza delle norme sulla sicurezza sul lavoro”,  per “corruzione e concussione” e per altri “fatti di particolare gravità” valutati caso per caso dai probiviri.

    Potremmo continuare, ma senza tediarvi ci imponiamo di fermarci qui.

    Ogni commento, al riguardo, leggendo quanto in precedenza evidenziato, appare superfluo e pretestuoso, considerati gli accadimenti di cronaca politica e giudiziaria di questi ultimi anni, ormai sotto gli occhi di tutti.

    Signori del PD, prima di deridere gli altri e di metterli selvaggiamente alla berlina, non sarà forse il caso, con più umiltà, virtù che forse disconoscete del tutto, di rileggere attentamente il vostro Codice Etico e di tornare attentamente a praticarlo?

    Gli italiani tutti e certamente anche i pochi iscritti, ancora rimasti in casa, forse lo apprezzerebbero con vivo entusiasmo.

    Pier Francesco Corso

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