Piano casa, Storace (La Destra) “Alemanno come Galan”

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    “Ho voluto approfondire l’allarme lanciato nei giorni scorsi dalla presidente Polverini e dall’assessore Ciocchetti in materia di urbanistica, e informandomi mi sono imbattuto in una serie di notizie assolutamente rilevanti al limite dell’incredibilità”. E’ quanto scrive sul suo blog, Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra e capogruppo in Regione Lazio.
    “E’ assolutamente vero, infatti, che Roma Capitale ha in approvazione una delibera in Giunta comunale, che limita la legge regionale sul Piano casa, rendendola di fatto nulla.
    Il testo, tra le tante norme, impedirebbe i cambi di destinazione d’uso negli ambiti ove è prevista la pianificazione ordinaria e negli ambiti ove è previsto il Piano Integrato (ovvero in gran parte della città); nei parchi in attesa della soluzione del giudizio pendente alla Corte Costituzionale, a seguito dello sconsiderato ricorso imposto dall’ex ministro Galan.

    Tutti gli interventi relativi all’art. 3 della legge, cioè gli ampliamenti, i semplici cambi di destinazione d’uso debbono prevedere l’adeguamento sismico di tutto l’edificio. Se gli immobili sono inseriti nella Carta della Qualità del P.R.G. occorre il Parere vincolante della Sovrintendenza. Viene introdotto il contributo straordinario previsto già nei bandi del Comune di Roma per quasi tutti gli interventi sia di ampliamento che di cambio di destinazione d’uso. A questa serie di specificazioni – continua Storace – si aggiunga anche la forte riduzione dell’incentivo per la demolizione e ricostruzione degli edifici, uno dei cavalli di battaglia del sindaco con particolare riferimento a Tor Bella Monaca.

    In poche parole l’amministrazione comunale si sostituisce a quella regionale, e legifera al posto suo. E questo è illegittimo, perché a Roma Capitale ancora non sono stati conferiti i poteri per promulgare leggi. E vederli anticipati nella direzione opposta a quella votata dalla regione, poi, mette davvero il dubbio se procedere verso il loro trasferimento….

    Infatti, mentre la Regione ha fatto un sano ragionamento cercando di andare a recuperare i fabbricati esistenti, senza penalizzare il rilancio della produttività, escludendo quindi dagli interventi per i cambi di destinazione le zone industriali e le zone agricole, il Comune di Roma nei Bandi prevede la possibilità dei cambi di destinazione proprio nelle zone industriali. Una follia urbanistica – prosegue l’esponente de La Destra – che può di fatto creare un mostro giuridico, ma soprattutto aprire le porte a una speculazione sfrenata.

    Insensibile rispetto alla gravissima situazione in cui versa il Paese, poi, il Comune ricorre al contributo straordinario per far cassa, senza capire che in questo momento per rilanciare l’economia occorrono incentivi e non tasse: il momento è sufficientemente critico per credere che ci saranno estreme difficoltà nella vendita delle abitazioni, senza contare che sarà difficile metterle sul mercato e che si debbono realizzare alloggi nella misura del 30% per destinarli a Canone calmierato. Prevedere, quindi, un ulteriore contributo significa affondare di fatto l’economia del settore edilizio e immobiliare.

    Peraltro, ci troviamo di fronte a una filosofia filogovernativa: Monti impone nuove tasse e nessun incentivo per la crescita, e lo stesso accade a Roma ma per mano di chi spesso protesta perché non arrivano risorse dal governo centrale; risultato, si aumenta l’Imu e per giunta si inventa il contributo straordinario pur di trovare quattrini.
    Leggendo, poi, ho scoperto che per i bandi pubblicati dal Comune sono pervenute 201 proposte. Ora – conclude Storace – risulterebbe interessante sapere quante di queste proposte ricadono in aree industriali e quante in aree a verde privato o a verde sportivo, e non credo di sbagliare se avanzo l’ipotesi che siano state formulate prima che la situazione economica degenerasse. Aspettiamo risposte concrete dall’amministrazione comunale, e ricordiamo ancora un volta che il cemento non ci piace: Roma ha bisogno di verde, non di palazzoni e speculazione. Una Capitale così l’hanno già pensata Veltroni e la sinistra. La Destra è altra cosa, e saremo lì a ricordarlo a tutti. A cominciare dal sindaco e dai suoi dirigenti”.

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