Di Pietro: carcere per evasori? Problema non è anni di pena, ma quanti evasori prendi

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Roma – Arrivano le parole di Antonio Di Pietro in merito alla politica adottata sugli evasori, soffermandosi anche sulla necessità di una riforma se si vuole realmente adottare tale politica.

Di Pietro: “Carcere evasori? Il problema non è quanti anni di pena prevedi nel codice penale, il problema è quanti evasori riesci a prendere. Oggi come oggi una vera riforma implica il raddoppio del personale giudiziario e di polizia, il raddoppio dei controlli, il raddoppio delle carceri. Tu puoi mettere tutte le pene che vuoi sul piano nominale, ma se poi non riesci a prenderle non serve a niente. Questa politica dell’annuncio è diventata offensiva per l’intelligenza dei cittadini. Secondo me meglio la sanzione pecuniaria, se tu hai evaso il fisco io ti porto via la casa.  Il mio personaggio nella serie 1994? Lo invidio, con tutte quelle belle donne che gli girano intorno, io avevo tutti poliziottoni intorno in Procura a Milano. Tra i tanti corrotti e corruttori in realtà di belle donne ne ho viste poche”

 

Antonio Di Pietro è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

 

Sul carcere per i grandi evasori. “Il problema non è quanti anni di pena prevedi nel codice penale, il problema è quanti evasori riesci a prendere. Oggi come oggi una vera riforma implica il raddoppio del personale giudiziario e di polizia, il raddoppio dei controlli, il raddoppio delle carceri. Tu puoi mettere tutte le pene che vuoi sul piano nominale, ma se poi non riesci a prenderle non serve a niente. Il problema di fondo è avere strutture, mezzi e risorse. Se il poliziotto non ha neanche la benzina per rincorrere il ladro, è inutile che dici: al ladro gli do 10 anni di galera. Questo provvedimento non toglie e non aggiunge nulla. Anche due anni di condanna sarebbe ottimo se qualcuno andasse dentro davvero. Durante Mani Pulite me ne hanno dette di tutti i colori perché io li mettevo dentro. Sento dire che c’è una rivoluzione copernicana, che finalmente si accelerano i processi, ma questa politica dell’annuncio è diventata anche offensiva per l’intelligenza dei cittadini. Prima fallo e poi dillo! Alla fine ogni giudice si rende conto che se uno evade 100mila euro, non è che con 10 anni di carcere hai risolto il problema, il problema è risolto se quei 100mila euro glieli fai pagare. Secondo me meglio la sanzione pecuniaria, se tu hai evaso il fisco io ti porto via la casa”.

 

Secondo Francesco Greco si investe più in tangenti che in innovazione e i ladri d’appartamento sono per il 99% di pelle bianca. “Conosco molto bene Greco. E’ ovvio che ci sono più ladri bianchi che neri visto che ci sono più persone bianche che nere, non è il colore della pelle che fa il ladro. Per quanto riguarda la corruzione sono sempre dell’idea che nel nostro Paese si vede molta corruzione perché da Mani Pulite in poi c’è molta più attenzione nel combatterla”.

 

Riguardo il personaggio che interpreta Di Pietro nella serie tv 1994. “Lo invidio, con tutte quelle belle donne che gli girano intorno, io avevo tutti poliziottoni intorno in Procura a Milano. Tra i tanti corrotti e corruttori con cui ho avuto a che fare, in realtà di belle donne ne ho viste poche, evidentemente non hanno bisogno di corrompere. C’è un’enorme sproporzione tra la tendenza a corrompere degli uomini e delle donne, su 100 che ho inquisito 99 erano maschi”.

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