Presidio dei cassintegrati davanti ai cancelli della raffineria

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Bari – Hanno improvvisato un falo’ per combattere le temperature gelide e per continuare ad avere la forza di “contrastare un modo di fare irrispettoso e illogico”, dice alla Dire Franco Rizzo, segretario dell’Usb di Taranto che dall’alba di oggi e’ in strada con un centinaio di operai del siderurgico. Hanno occupato i cancelli della raffineria ionica, ostruendo il passaggio dei mezzi pesanti che qui vengono a rifornirsi impedendo il passaggio sulla bretella che collega la strada per Massafra (Ta) alla statale 106.

“Siamo qui – spiega il sindacalista – perche’ il governo non ha mantenuto la promessa”. Quale? “Il finanziamento dell’integrazione salariale per i cassintegrati”, replica e puntualizza: “L’Esecutivo aveva promesso di rifinanziare l’integrazione salariale del dieci per cento per quei lavoratori che in seguito all’accordo del 6 settembre 2018 (che ha di fatto consegnato lo stabilimento ad ArceloMittal, ndr) sono in cassa integrazione. Parliamo di 2300 addetti in tutta Italia, di cui 1600 dell’impianto di Taranto. L’integrazione e’ sparita.”

“Abbiamo scritto ai due ministri competenti, ai 30 parlamentari ionici e ne abbiamo parlato anche con il premier Conte in occasione della sua ultima visita. Nella legge di Bilancio, il finanziamento non c’era ma ci avevano rassicurato, lo avevano fatto sia il sottosegretario Turco sia il parlamentare Vianello, che sarebbe stato presentato un emendamento. Ed e’ vero, l’hanno presentato nel Milleproroghe e prevedeva 18 milioni di euro come copertura per il 2020. I soldi pero’ non li hanno trovati, non ci sono e l’emendamento e’ stato stralciato”.

L’integrazione ammonta a circa 150 euro, “non sono tanti ma per chi e’ in cassa sono importanti”, aggiunge Rizzo che riferisce di operai che “il due febbraio andranno in tribunale e si vedranno togliere la casa perche’ non possono pagare il mutuo. La situazione e’ grave e nessuno lo capisce”. Fino a quando rimarrete per strada? “Il nostro e’ un presidio permanente: chi di dovere, ci dia risposte”, afferma e conclude: “Si parla tanto di rilancio della citta’, di investimenti e poi tolgono i soldi ai tarantini. Il governo ci convochi anche per parlare del Cantiere Taranto. Abbiamo delle proposte e vorremmo fossero quanto prima ascoltate”.

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