Pulcini (Mun.V): Coronavirus, studi Harvard confermano correlazione tra virus e inquinamento

Roma – Dario Pulcini, Assessore alle Politiche Ambientali del V Municipio, è tornato a parlare di covid 19 in correlazione ad una tematica a lui molto cara: l’impatto dell’uomo sull’ambiente e in che modo tutto questo incide nella diffusione dei virus e di altre malattie.

Dopo aver analizzato e abbracciato pubblicamente, più volte, la relazione fatta dal WWF dal titolo “Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi” che dichiara che l’espansione dei virus è dovuta alle conseguenze delle azioni compiute dall’uomo sulla natura, Pulcini più volte è tornato a parlare anche dello studio effettuato dalla Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) che ha messo in correlazione una significativa incidenza fra presenza di polveri sottili nell’aria e numero di contagi da SARS- COV2. In particolare le pm 2.5 farebbero da “carrier” ossia da vettore di trasporto per il virus. Le pm 2,5, chiamate anche “polveri sottili”, sono micro particelle inquinanti e cancerogene così piccole che riescono a penetrare negli alveoli dei polmoni e poi nel sangue, danneggiando l’organismo.

A confermare la tesi del SIMA e delle due Università Italiane (Aldo Moro di Bari e Alma Mater di Bologna) che hanno condotto la ricerca, arriva anche uno studio del Dipartimento di Biostatistica dell’Università di Harvard. Secondo quanto rilevato da alcuni studiosi del prestigioso ateneo americano, l’esposizione all’inquinamento da particolato fine (PM2.5) potrebbe aumentare drammaticamente la mortalità del COVID-19.

In Italia lo studio si era concentrato sulle polveri sottili e proprio sul PM 2.5 notando come le concentrazioni maggiori del particolato si sono sempre registrate proprio nelle regioni settentrionali (la Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna), le zone più colpite sia per numero di contagi che per decessi dal virus.
Ricordiamo che le regioni italiane dove si registra il più alto tasso di contagiati sono territori fortemente industrializzati.

“Le polveri sottili- ha dichiarato Pulcini commentando lo studio SIMA – vengono generate dalle attività dell’uomo. Ciò che contribuisce all’aumento di pm 2.5 nell’atmosfera, oltre al traffico veicolare, sono gli impianti termici, unitamente agli impianti industriali. Per questo l’invito che rivolgo ai cittadini è di tenere sotto il limite di 20° le temperature all’interno dei luoghi chiusi. Ridurre l’utilizzo dell’automobile, abbassare i gradi dei riscaldamenti sono solo due semplici azioni che portano ad una diminuzione dell’inquinamento che ricordo essere la maggior causa di morte non naturale nel mondo”.