Pums presenta 38 km di nuove Metro e 58 di nuovi tram

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Roma – Piu’ di 38 nuovi chilometri di metropolitane, 58 chilometri in piu’ di tram, e 293 di piste ciclabili. Il ritorno della linea D con la previsione di cantieri entro 10 anni, il prolungamento della linea C in centro e poi a Roma nord. 15 nuove linee di tram come la Tva, la tranvia sulla Togliatti, quella sulla Marconi, i tratti su Tiburtina o Cavour o il tram della musica. E poi la trasformazione dell Roma-Giardinetti in un tram o in una metro leggera, il nuovo prolungamento della linea B1 che non esclude il people mover e quello della linea A fino a Monte Mario. Infine le funivie Battiatini-Casalotti, a Monte Mario e quella alla Magliana. A pochi giorni dall’approvazione in Assemblea Capitolina, il 2 agosto, il Pums, il Piano urbano per la mobilita’ di Roma e’ stato presentato ufficialmente in Campidoglio dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, dal presidente della commissione Mobilita’, Pietro Calabrese, e del suo predecessore Enrico Stefano. La definizione finale del Pums arriva dopo la fase la consultazione di cittadini, associazioni, comitati di quartiere, iniziata nel 2018, e la fase di elaborazione tecnica nelle commissioni politiche e tecniche.

Sulla base della sua approvazione, Roma Capitale ha chiesto al ministero delle Infrastrutture i finanziamenti per sette progetti contenuti nel Pums: tre nuove tranvie; il potenziamento e l’estensione di linee ferroviarie urbane; due funivie e l’acquisto di nuovo materiale rotabile per la rete tranviaria di Roma. “Siamo tra le prime citta’ in Italia a consegnare un Pums- ha spiegato Stefano- Il piano riprende progetti di cui si parla da 20 anni, come la Tva o la metro D, ma anche tante nostre intuizioni come il progetto su Marconi o il prolungamento della Giardinetti. Il piano va a colmare un divario infrastrutturale che oggi sconta Roma. Tram e metro sono l’ossatura del tpl che immaginiamo”. “Non e’ un libro dei sogni- ha aggiunto Calabrese- ma solo cio’ che attendono i cittadini da decenni messo a sistema, con tanti interventi anche in periferia. Alla fine avremo una rete integrata che produrra’ finalmente il cosiddetto effetto rete”.

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