Recovery Fund, niente Metro: fondi solo per funivie e tram

Roma – Alla fine anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi, si e’ arresa: come anticipato ieri dall’agenzia Dire il Recovery fund non finanziera’ nemmeno un chilometro in piu’ di nuove metropolitane a Roma. Non certamente la linea C, che dovra’ trovare altre forme di finanziamento. Tanto meno la metro D, che al momento resta un’utopia.

Dei 12 miliardi per le infrastrutture su ferro tramite Recovery, sbandierati spesso e con enfasi dalla stessa sindaca, Roma potrebbe incassare circa 500 milioni.

Risorse sufficienti per la contestatissima funvia Casalotti-Boccea, per la tranvia sulla Togliatti, tra l’altro gia’ oggetto di un altro finanziamento, e forse per il tram su via dei Fori imperiali. I soldi in arrivo dall’Europa a Roma faranno un gran bene soprattutto al comparto della cultura, ma per i trasporti bisognera’ pensare, e per la verita’ gia’ lo si sta facendo, ad altre forme di finanziamento.

Raggi oggi lo ha di fatto ammesso, rispondendo in diretta su Facebook alle domande dei suoi interlocutori: “Noi abbiamo fatto la richiesta per inserirle nel Recovery- ha spiegato- anche se la tempistica dello stesso Recovery prevede che le opere vengano concluse entro il 2027. Ma ben prima del Recovery avevamo, comuqnue, chiesto un finanziamento al Mit”.

In realta’ la data limite indicata dal Recovery per finanziare le opere e’ quella del 31 agosto 2026, un limite che praticamente esclude le due linee metropolitane che i romani sognano da tempo: la tratta centrale della linea C e la linea D, i cui cantieri non potranno durare meno di 7 anni da oggi. Se non cambiano le norme, quindi, con uno spostamento dei limiti di qualche anno in avanti, ad oggi il Recovery nulla potra’ per le due opere trasportistiche piu’ importanti per la Capitale del futuro.

Ma non e’ tutto: il Recovery, infatti, puo’ finanziare solo le opere in stato avanzato di progettazione. Una clausola che impedisce, quindi, di usare le risorse europee per molte tra le nuove tranvie previste nel prossimo futuro a Roma, ancora in fase di studio. E in questo scenario pesa non poco la lentezza con cui il Comune di Roma sta progettando alcune di queste.

Una condizione di perenne inseguimento dei dossier determinato dalla carenza di personale di ‘fascia alta’ negli uffici comunali (dipartimentali ed extradipartimentali) dove si progettano queste opere. Non resta, dunque, che un pugno di infrastrutture gia’ in stato avanzato di studio: la funivia Casalotti-Boccea, ad esempio, il cui iter e’ ormai molto avanzato.

Ma anche la tranvia Togliatti che colleghera’ linea B, linea C e linea A lungo lo storico asse di Roma est che taglia in due il quartiere di Centocelle. Un’opera che aveva gia’ ottenuto i finanziamenti del Mit nell’ambito del bando sul trasporto rapido di massa nel 2019 (Dm 607/19) e che ora saranno ‘liberati’ per far finanziare allo Stato altre opere.

Poi potra’ entrare un’altra nuova tranvia: o quella sui Fori imperiali o la Tva (Termini-Vaticano-Aurelio). Tutto questo non vuol dire che certe opere non si faranno. Ecco, dunque, lo scenario che l’agenzia Dire ha ricostruito in merito alle possibili forme di finanziamento delle varie infrastrutture su ferro che saranno realizzate a Roma nei prossimi anni.

Il bando TRM (Trasporto rapido di massa) 2019, ovvero il gia’ citato Dm 607/19, finanzia con fondi gia’ assegnati la funivia Magliana, il tranvia sulla Tiburtina (da via Regina Margherita alla stazione) e 50 nuovi tram: escono da questa lista la tranvia Togliatti e la funivia Casalotti-Boccea. Il Dm 235/20 finanza il rifacimento completo della linea Roma-Giardinetti, con il prolugamento a Tor Vergata.

Il Dm 86/18 finanzia l’acquisto di 4 treni per la metro C, il Dm 360/18 altri due treni, oltre alla ristrutturazione di varie componenti delle metro A e B con gli ormai famosi 425 milioni ancora da utilizzare, mentre il Dm 175/19 la progettazione di tutte le nuove tranvie. Il bando TRM 2021, infine, potrebbe finanziare verso settembre, ma il condizionale e’ d’obbligo visto che si parla di fondi ancora non assegnati, la stazione Venezia della linea C e uno o due tram: la Tva o la linea sui Fori, in base alla decisione del Governo di scegliere ed inserire una tra queste due opere nel Recovery.

Infine la tratta T2 della linea C, ovvero la parte centrale della terza metropolitana capitolina che parte da dopo piazza Venzia e arriva fino a Prati, dovrebbe essere finanziata con i fondi dello Stato, con un’assegnazione tradizionale. A quanto si apprende il Mit avrebbe dato un parere informale positivo ad assegnare le risorse ponendo come condizione il salvataggio di Roma Metropolitane.

E la recente nomina del commissario straordinario nella persona di Maurizio Gentile e’ un chiaro indizio delle intenzioni del ministero. La progettazione definitiva dell’opera, inoltre, e’ finalmente pronta. In totale questa lista di opere dovrebbe “cubare” circa 3 miliardi di euro.