Regione Lazio: diffidate da tamponi a pagamento

Roma – “In relazione ad una recente sentenza del Tar del Lazio posso annunciare che ci costituiremo in Consiglio di Stato. La gestione delle epidemie non e’ un meccanismo per togliere soldi dalle tasche dei cittadini e ricordo che eventuali tamponi fatti al di fuori dei laboratori validati dallo Spallanzani e inseriti nella rete regionale, come da indicazioni del Ministero della Salute, non hanno finalita’ di sanita’ pubblica. Pertanto il rischio concreto per i cittadini e’ di pagare per un test non riconosciuto e non validato.”

“La rete costruita nel Lazio dei drive-in prevede l’esecuzione tempestiva e gratuita dei tamponi su prescrizione medica in caso di sospetto o nel caso di positivita’ alla sieroprevalenza e questo ha consentito finora di individuare 160 casi asintomatici. I tamponi in questo circuito sono gratuiti e validati. E’ inutile buttare soldi in esami privati che non hanno la validazione dallo Spallanzani e rischiano di creare dei falsi negativi o dei falsi positivi. Il controllo del virus e’ un tema di sanita’ pubblica e non e’ un tema di business. Non e’ una questione ideologica, poiche’ abbiamo chiesto la collaborazione delle strutture private nella gestione dei test di sieroprevalenza.”

“Ma il test molecolare, come diagnosi, che ha conseguenze immediate di sanita’ pubblica per quanto riguarda le notifiche, gli isolamenti, i tracciamenti e le eventuali interdizioni o zone rosse, devono essere eseguiti gratuitamente presso le strutture riconosciute. Il rischio che intravedo per i cittadini e’ pagare per un test non validato e senza alcuna finalita’ di sanita’ pubblica. Se c’e’ una cosa che ci deve insegnare questa epidemia e’ il ruolo essenziale ed insostituibile della sanita’ pubblica e della sua rete territoriale”. Lo dichiara l’assessore alla Sanita’ della Regione Lazio, Alessio D’Amato.