Regione Lazio: necessaria per Roma discarica Monte Carnevale

Roma – Il percorso amministrativo della proposta della New Green Roma deve ancora compiersi ma, salvo improbabili (al momento) colpi di scena, la discarica a Monte Carnevale si fara’. Il destino della ex cava che sorge di fronte alla storica discarica di Malagrotta (chiusa nel 2013), e per la quale la Regione a dicembre ha gia’ autorizzato la NGR a realizzare un impianto di smaltimento di inerti e fanghi, appare scritto nella determinazione con cui la direzione regionale Politiche ambientali e Ciclo dei rifiuti ha accolto l’istanza della NGR (societa’ di proprieta’ in maggioranza della Mad, gia’ proprietaria di due delle tre discariche in esercizio attualmente nel Lazio) di non sottoporre a valutazione di impatto ambientale lo stralcio (da 75mila metri cubi) del piu’ ampio progetto di discarica da 1,4 milioni di metri cubi, che sara’ oggetto di una richiesta di parere autorizzativo unico regionale.

“L’impianto e’ necessario per il fabbisogno di discarica di Roma Capitale ed al momento nella Regione Lazio vi e’ necessita’ di siti di discarica per rifiuti derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani”, si legge tra le conclusioni dell’atto che, tra le altre cose, considera anche che “l’impianto proposto e’ all’interno di un sito che ha gia’ effettuato la valutazione di impatto ambientale e che e’ gia’ autorizzato per una discarica di rifiuti inerti; l’area e’ priva di vincoli paesaggistici; l’area dell’impianto e’ stata individuata con delibera di Giunta Capitolina in data 31/12/2019”.

Questo atto di per se’ non costituisce un’autorizzazione tanto che questa prima parte del progetto, che riguarda due lotti capaci di accogliere circa 67.500 tonnellate di rifiuti trattati (piu’ o meno 500 al giorno, pari a un traffico medio durante l’anno di 15/20 camion al giorno), sara’ oggetto di una conferenza dei servizi per l’autorizzazione integrata ambientale. E proprio in quella sede saranno affrontate le criticita’ sollevate in particolare da Roma Capitale e ministero della Difesa.

Infatti, sempre tra i ‘considerato’ si legge che “gli aspetti relativi alle servitu’ militari saranno oggetto della conferenza dei servizi per il rilascio dell’Aia in quanto elementi non ambientali; gli aspetti relativi alla variante urbanistica saranno oggetto della conferenza dei servizi per il rilascio dell’Aia in quanto l’autorizzazione stessa costituisce variante urbanistica; gli aspetti relativi ai vincoli aeroportuali saranno oggetto della conferenza dei servizi con la presenza di Enac e Adr in quanto elementi non ambientali; gli aspetti relativi alle emissioni odorigene saranno oggetto dell’Aia e del Piano di Monitoraggio e Controllo”.

Inoltre, tra le ragioni della mancata sottoposizione del progetto alla valutazione di impatto ambientale, dentro le quali e’ possibile nuovamente scorgere tra le righe una direzione ‘pro autorizzazione’ per la discarica, ci sono anche “la tipologia e l’attivita’ dell’impianto, la natura dei rifiuti in ingresso e la estrema vicinanza con i principali impianti di trattamento dei rifiuti urbani del Comune di Roma Capitale, il contesto ubicativo, il quadro programmatico, la valutazione che le eventuali criticita’ che possono comunque verificarsi sulle componenti ambientali coinvolte possono anche essere mitigabili con l’applicazione di misure mitigative e compensative proposte dal proponente, in base alle misure di seguito prescritte oltre a quelle che saranno compiutamente prescritte in base alle BAT (best available technologies, ndr) ed al PMEC (piano di monitoraggio e controllo (ndr) in sede di Aia”.

L’esclusione dalla procedura di Via e’ stata vincolata dalla Regione a 17 prescrizioni generali, di cui sei misure di monitoraggio e controllo. Intanto, i lavori nella cava per l’allestimento della discarica vanno avanti, perche’ i presidi ambientali che NGR intende mettere in atto sono gli stessi contenuti nel progetto autorizzato a dicembre per la discarica di inerti. Quindi, di fatto, una volta autorizzato l’impianto di smaltimento di Monte Carnevale sarebbe gia’ pronto ad entrare in esercizio (come discarica di rifiuti urbani o di inerti), presumibilmente entro la fine dell’anno.

E non sara’ solo la discarica di Roma. Gia’, perche’ la Giunta regionale il 31 dicembre scorso (stesso giorno in cui Roma Capitale individuo’ l’area di Monte Carnevale) ha approvato un “atto di indirizzo alle modifiche della proposta di piano regionale dei rifiuti” relative al “superamento del sub ambito di Roma Capitale”.

In sostanza, come previsto dall’accordo che ha portato Roma capitale a individuare prima della fine dell’anno il sito di discarica, la Regione, proprio in virtu’ del fatto che la giunta Raggi ha fatto il ‘proprio dovere’, e’ tornata sui suoi passi e non ritiene piu’ obbligatorio che Roma costituisca un ambito territoriale ottimale (Ato) a se’ stante, condizione che obbligherebbe la Capitale a chiudere il ciclo dei rifiuti (con tutti gli impianti necessari) dentro i propri confini.

Un dietro front che pero’ non trova l’appoggio di tante forze politiche in Consiglio regionale (dove sta per cominciare la discussione del piano in commissione Rifiuti) a cominciare dalla maggioranza, che e’ spaccata. I componenti della Lista Civica Zingaretti (Marta Bonafoni, Gino De Paolis e Gianluca Quadrana), quelli di Italia Viva (Marietta Tidei ed Enrico Cavallari), il capogruppo di Leu (Daniele Ognibene), oltre al presidente della commissione Rifiuti, Marco Cacciatore, al capogruppo di FI, Giuseppe Simeone, e al consigliere di Fratelli d’Italia, Giancarlo Righini, hanno presentato emendamenti al piano perche’ sia costituito l’Ato di Roma capitale.

Tutti questi documenti sono stati subemendati dalla consigliera grillina Valentina Corrado, tra le piu’ assidue sostenitrici nel suo gruppo della Giunta Raggi. Attualmente il piano adottato dalla Giunta prevede un subato, una formula giuridica ritenuta troppo debole se non addirittura nulla dagli “emendatori”. Questa posizione ha acceso una discussione molto vivace, in particolare tra un pezzo della maggioranza e l’assessore regionale ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani, che non avrebbe intenzione di venire meno all’accordo con la Giunta Raggi, che (tra le altre cose) aveva chiesto alla Regione anche l’eliminazione del subato di Roma in cambio dell’individuazione di un sito di smaltimento.

Ma senza un ato ‘dedicato’ l’ambito ottimale della Capitale coinciderebbe con quello di tutta la Citta’ Metropolitana, con la conseguenza che a Monte Carnevale arriverebbero anche i rifiuti del resto della provincia, visto che almeno nel breve periodo sarebbe l’unico impianto di smaltimento in esercizio. Una curiosa legge del contrappasso per la Citta’ Eterna, che da ‘incapace’ a chiudere al suo interno il ciclo di gestione dei rifiuti, si ritroverebbe a farsi carico pure di quelli prodotti da chi fino a ieri gridava “Non vogliamo essere la pattumiera di Roma”.