Rizzo: vorrei contare morti capitalismo. Niente da festeggiare per cadura muro Berlino

Roma – Rizzo (Partito Comunista): “Per Salvini il comunismo ha fatto più morti del nazismo? Vorrei contare anche i morti del capitalismo, di questo modello di società. Caduta muro Berlino? Non c’è niente da festeggiare, basta guardare come stiamo rispetto allora. Andate a chiedere in Germania se si stava meglio prima o oggi”.

“Perché avanza l’estrema destra in questi Paesi? Perché si sono sentiti traditi. Attentato militari italiani in Iraq? Le forze armate devono difendere il Paese da invasioni, non devono fare il vassallaggio a politiche economiche che non riguardano neanche il nostro Paese”.

“L’Italia non è attaccata da nessuno e noi spendiamo tanti soldi per queste missioni all’estero. Ex Ilva? L’Italia oggi sta facendo il peggio, lo ha fatto con il governo gialloverde o con quello giallo-fuxia che c’è adesso, o giallo-ravanello. Si chiuda l’impianto dal punto di vista della produzione, si utilizzino tutti i lavoratori per un grande processo di riconversione industriale e di bonifica del territorio”

Marco Rizzo, Segretario generale del Partito comunista, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Per Salvini il comunismo ha fatto più morti del nazismo. “Vorrei contare anche i morti del capitalismo, di questo modello di società. Quante persone sono morte di fame nel mondo per questo modello di sviluppo?”

Sulla caduta del muro di Berlino. “Non c’è niente da festeggiare. Basta guardare come stiamo rispetto allora. All’epoca uno stipendio medio era di 1 milione di lire, uno stipendio di tutto rispetto. Oggi con 500 euro si muore di fame. La caduta del muro è la vittoria del sistema della globalizzazione capitalistica”.

“La situazione che viviamo oggi in Italia è collegata soprattutto a questo. Quando Andreotti disse: amo così tanto la Germania che ne vorrei due, aveva capito esattamente cosa stava succedendo. Venendo a cadere quel muro sono cambiate le condizioni generali. Andate a chiedere in Germania se si stava meglio prima o oggi”.

“Perché avanza l’estrema destra in questi Paesi? Perché si sono sentiti traditi. Ci sono sondaggi di persone che hanno vissuto in entrambi i sistemi e il 65% di loro preferirebbe tornare indietro nel tempo. La storia andrà perlomeno riconsiderata”.

Sull’attentato contro i militari italiani in Iraq. “C’è un articolo della Costituzione che spiega che l’Italia è per la risoluzione delle questioni internazionali non con l’uso della guerra. E’ vero che hanno cambiato le parole in questi anni, la guerra è diventata peace keeping. L’Italia ha numerosi soldati in numerosi fronti di guerra. Queste guerre vengono fatte per il controllo generale ed economico delle risorse. L’Italia lo fa, purtroppo, al di fuori di qualunque elemento di difesa del Paese”.

“Le forze armate devono difendere il Paese da invasioni, non devono fare il vassallaggio a politiche economiche che non riguardano neanche il nostro Paese. L’Italia non è attaccata da nessuno e noi spendiamo tanti soldi per queste missioni all’estero. E lo fanno sia i governi di centrosinistra, sia quelli di centrodestra, sia quelli collegati al M5S”.

Sull’ex Ilva. “L’Italia oggi sta facendo il peggio, lo ha fatto con il governo gialloverde o con quello giallo-fuxia che c’è adesso, o giallo-ravanello. L’occupazione non c’è, perché i lavoratori sono stati obbligati a firmare le dimissioni. Se questi signori indiani se ne vanno, i lavoratori non sono più dipendenti Ilva”.

“Quindi c’è una bomba sociale. Quell’azienda produce l’1% del Pil quindi è una bomba in tutto il sud. Bisogna fare un ragionamento sulle quote di acciaio che servono in Italia e nel mondo e le quote di acciaio stanno diminuendo. Si chiuda l’impianto dal punto di vista della produzione, si utilizzino tutti i lavoratori per un grande processo di riconversione industriale e di bonifica del territorio. Questi operai saranno pagati dallo Stato per risanare quel territorio. Poi ci saranno altri progetti di produzione in base alle quote di acciaio che servono”.