Roma alla canna del gas, ma anche le opposizioni cosa fanno?

Cosa fanno le opposizioni in Consiglio Comunale a Roma? Se è vero che le colpe della giunta Raggi sono evidentissime e lo saranno sempre più nei prossimi 24 mesi, sino a scadenza del mandato, è anche vero che dalle opposizioni, pur largamente minoritarie, non giunge un fiato. Ci sono lanci stampa, ok, dichiarazioni polemiche che lasciano il tempo che trovano, un po’ di attività social: ad esempio Ilaria Piccolo, consigliera in quota PD, sembra specializzata nel rilanciare i post facebook del proprio gruppo consiliare (PD). Di altri raggruppamenti invece si sente solo il silenzio: se Fratelli d’Italia è al 50% composto dalla Meloni (che però fa altro, ovviamente, essendo segretaria del suo partito), la lista Marchini, come apprendiamo da notizie stampa, lavora al 50% col presenzialista Onorato, mentre l’ex candidato sindaco si nota per le assenze e per il silenzio (http://www.romatoday.it/politica/alfio-marchini-che-fine-ha-fatto.html).

Insomma, Roma, nella prospettiva dei partiti di opposizione, merita il silenzio. Ed è questa l’altra faccia (inquietante) dell’agonia dell’Urbe: da un lato la “propaganda delle aiuole” tanto cara al Sindaco che tace quando accadono disservizi o potenziali disastri – siano scale mobili rotte, stazioni chiuse, danni da caduta rami, voragini in strada o autobus che bruciano come torce – ma è lestissima a postare inaugurazioni di fioriere, strisce ridipinte, semafori e pensiline atac, dall’altro il vuoto spinto delle opposizioni che non si capisce bene cosa stiano facendo.

La pagina del gruppo consiliare pd è la cifra della situazione: desolante. Si parla di quasi tutto, dal clima alle polemiche politiche sui recenti casi giudiziari che hanno investito il M5S a Roma, ma non c’è iniziativa, non c’è volontà di ricostruire un collegamento con le persone, con i cittadini, con gli elettori. Sono mondi che non si parlano, la piazza ed il palazzo.

I romani, per parte loro, si interessano poco di quel che accade – lo scrivo da mesi – e, a tirar le somme, quel che appare è il corpaccione agonizzante di una città derelitta nella quale, in misura paritaria, i cittadini e la politica di ogni colore hanno responsabilità sullo stato delle cose.

Di questo dovremmo ricordarci quando torneremo a votare, altrimenti coll’aumento dell’astensionismo che, in situazioni come queste, cresce sempre, da una elezione all’altra, rischieremo di consegnare Roma a qualche maggioranza elettorale che, in realtà, sarebbe minoranza nel tessuto sociale romano, condannandoci ad altri anni di incuria, abbandono e cattiva gestione.

CB