Roma, per la Raggi corsa contro il tempo per gli immobili dal Demanio.

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    L’assenza di un assessore al Patrimonio al Comune di Roma sta bloccando da ottobre 2015 tutta la partita del federalismo demaniale e quindi l’acquisizione da parte del Comune di immobili importanti per la città.

    Un esempio illuminante: la Casa della città di piazza Giovanni da Verrazzano, dove ha sede lo stesso dipartimento capitolino del Patrimonio.
    Il problema è emerso nella seduta odierna della commissione capitolina Patrimonio, che ha esaminato il dossier urgente, considerato che il Comune, entro il 31 dicembre 2016, dovrà far pervenire al Demanio la manifestazione d’interesse sui beni che intende acquisire.

    Gli uffici competenti hanno spiegato che, a seguito dell’avvio del federalismo, è stato creato nel 2013 un Tavolo operativo che ha consolidato un elenco di 102 beni immobili da richiedere al Demanio: per a 54 immobili Roma ha ricevuto parere negativo dal Demanio, per 38 positivo, tutti gli altri sono in stand by.

    Con la riapertura dei termini delle richieste, l’amministrazione M5S si trova all’ennesimo conto alla rovescia per ribadire o cambiare le richieste fatte al Demanio entro la fine dell’anno.
    Sul tavolo del commissario straordinario Tronca erano arrivate due delibere che puntavano allo stralcio di due partite considerate chiuse dagli uffici: una su alcune strade che il Demanio era pronto a cedere, tra le quali Lungotevere Vespucci, l’altra su alcuni immobili tra i quali il palazzo a Ostiense in uso al dipartimento Patrimonio.
    Tronca, tuttavia, non ha proceduto in questo senso e anche questo problema si ritrova intatto e urgente sul tavolo della Giunta Raggi.

    Alessandra Gravino

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