Saltamartini: Consenso a doppia cifra obiettivo di Salvini

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    Saltamartini: Consenso a doppia cifra obiettivo di Salvini –

    Nonostante la sua giovane età, 44 anni, l’onorevole Barbara Saltamartini ha una militanza politica di lungo corso. Donna tenace, intelligente, lungimirante, ha sempre privilegiato alla utopia delle ideologie la praticità dei risultati per la gente nel suo variegato percorso politico, nato in tempi relativamente lontani nel più importante partito di Destra.

    Attualmente è parlamentare alla Camera, alla sua seconda legislatura, quale vice capo gruppo di Noi con Salvini-Lega Nord.

    Persona di fiducia del segretario Matteo Salvini, si è assunta il non facile compito di rappresentare, promuovere e strutturare il partito nel Lazio. Un partito che, con la praticità della sua politica sul territorio, cerca di far dimenticare il suo antecedente, provocatorio atteggiamento nei confronti della Capitale, con il suo “Roma ladrona”, e che, in funzione di ciò, si alimenta quotidianamente di sempre maggiori adesioni e consensi nel Centro Italia.

    BARBARA SALTAMARTINI

    BARBARA SALTAMARTINI

    Abbiamo voluto conoscere il suo pensiero sul delicato momento politico vissuto dal paese e sulla Capitale e le abbiamo chiesto:

    Sembra ormai prossimo l’accordo tra Pd e Fi sulla legge elettorale. Anche Grillo ha detto di essere pronto a una nuova legge elettorale purché si vada al voto già a settembre. Qual è la posizione della Lega?

    E’ dal 5 dicembre dello scorso anno, all’indomani del referendum che ha sconfitto l’allora premier Matteo Renzi, che sosteniamo la necessità di andare al voto. Basta governi più o meno abusivi, bisogna dare la parola al popolo che deve giustamente e democraticamente eleggere un nuovo Parlamento e scegliere chi vuole al governo. Per questo abbiamo sempre detto che ci va bene qualsiasi legge elettorale. Non vogliamo dare alibi a nessuno, non vogliamo perdere tempo. Noi non ci opporremo ad alcun testo, purché questo sia preludio alle elezioni politiche. Certo, abbiamo la nostra preferenza per un sistema maggioritario perché consente all’elettore di identificare il suo politico di riferimento. Ma siamo pronti a dare il via libera anche a un testo con sistema proporzionale. Del resto, voglio sottolinearlo, siamo stati sempre coerenti: noi fin da subito abbiamo detto di non essere disponibili ad accordi sottobanco né con Renzi, né con altri esponenti politici. E tanto per tradurre in azioni le parole non abbiamo incontrato il segretario del Pd, al contrario di tutti gli altri partiti. Per noi va bene qualsiasi legge, purché si voti al più presto.

    Si è chiuso da poco il congresso della Lega con una nuova linea del segretario che guarda anche al Sud. Lei crede che sia la strada giusta?

    Il Congresso di Parma, che si è chiuso domenica 21 maggio, ha riconfermato  Matteo Salvini segretario con l’82,7% dei voti, una percentuale addirittura superiore alla prima volta in cui è stato eletto, nel 2013. Un caso più unico che raro a dimostrazione che la linea politica di Salvini è riconosciuta e apprezzata.

    Allargare l’orizzonte e diventare punto di riferimento per l’intero Paese è la sfida e l’obiettivo della Lega di Salvini. Questa non solo è la strada giusta politicamente, ma anche quella più sentita dagli elettori perché ha portato il nostro movimento ad avere un consenso a doppia cifra. Noi diamo risposte concrete per il futuro: sicurezza per le strade, basta invasione dei clandestini, una politica fiscale giusta per aziende e lavoratori con l’introduzione di una flat tax al 15%.

    Un programma semplice e realizzabile subito con un’attenzione speciale alle famiglie ed ai figli, con asili nido gratuiti ed un sistema scolastico sostenibile. Se gli elettori ci daranno fiducia la prima azione di Salvini al governo è stata già ampiamente annunciata: abolizione della legge Fornero che tante vittime e ingiustizie ha provocato in questi anni.

    A proposito di immigrazione, che è uno dei cavalli di battaglia di Salvini, quali azioni ha in mente la Lega per costringere il governo a fare chiarezza sulle Ong che traghettano i profughi dalla Libia alle nostre coste?

    Innanzitutto, deve esser permesso alla marina o comunque alle Forze dell’Ordine di poter salire su queste navi e di fare i dovuti controlli. Sembra assurdo, eppure questo ora non è possibile.

    Noi non facciamo di tutta l’erba un fascio e certamente non abbiamo mai detto che tutte le Ong si muovono con interessi che non siano quelli umanitari. Però le inchieste di alcuni procuratori, a cominciare da Carmelo Zuccaro a Catania, hanno evidenziato l’esistenza di un vero e proprio business sugli immigrati, prime vittime di un vero sistema criminale sul quale anche certa politica lucra. Penso alle connivenze con la politica che sono venute fuori al Cara di Mineo, uno scandalo di proporzioni enormi. Che l’immigrazione sia un enorme business da 4 miliardi l’anno lo dicono i numeri, non io. Così come è un fatto che solo al 5% degli immigrati che arrivano viene riconosciuto lo status di rifugiato. Tutti gli altri non hanno diritto di stare sul nostro territorio.

    Per questo noi diciamo che vanno salvate tutte le vite umane ma al contempo siamo fermamente convinti che chi non ne ha diritto non può restare in Italia. Nel nostro paese non possiamo accogliere tutta l’Africa.

    A suo giudizio Matteo Salvini nel Lazio è una figura di riferimento per i cittadini o è visto comunque come un “estraneo”?

    Salvini nel Lazio riempie le piazze e i cuori della gente che, con entusiasmo e con spontaneità, si avvicinano al nostro movimento, condividendone le battaglie che facciamo. E questo fa sì che l’interesse nei nostri confronti cresce ogni giorno. Tantissimi cittadini stanno aderendo, così come dimostrano le iscrizioni in costante crescita ed i numerosi amministratori locali della nostra Regione che guardano con sempre maggiore attenzione al nostro progetto, stanchi dei partiti tradizionali e delle vecchie logiche consociative e di una politica sempre meno attenta ai reali bisogni delle persone. L’ultimo caso in ordine di tempo è quello del Comune di Anzio, dove oltre ad Eugenio Ruggiero, hanno sposato la nostra causa altri due consiglieri comunali, Velia Fontana e Davide Gatti. Del resto, il progetto di Matteo Salvini è l’unica vera alternativa politica ai fallimenti del Pd e del Movimento 5 Stelle che, quando governano, producono solo danni. Basti pensare a Roma con la Raggi o alla Regione Lazio con Zingaretti .

    Alle passate comunali di Roma, al ballottaggio, vi siete però schierati con Virginia Raggi. Siete pentiti di questa scelta?

    La scelta a favore della Raggi, al ballottaggio, contro Giachetti e il Pd, era il male minore tra i due contendenti.

    Tuttavia a distanza di 1 anno dall’elezione del sindaco 5 stelle,  la speranza che ci potesse essere un reale cambiamento ed una profonda rigenerazione nella macchina amministrativa, nel rapporto con la città e nel modo di vivere la politica è naufragata progressivamente. Tra numerose inchieste in corso, tra mille imbarazzi a causa di scelte poco trasparenti e tra una generale inadeguatezza della Giunta Raggi, la città non solo non ha avuto nessuna scossa e non ha fatto nessun salto di qualità, ma ha visto peggiorare i mali cronici che l’attanagliano da anni e soprattutto ha subito una accelerazione di decadenza molto preoccupante.

    Si avvicinano anche le regionali: quali saranno le scelte di NcS-Noi con Salvini e come giudica l’amministrazione Zingaretti?

    Il Movimento di Matteo Salvini sta provando un primo reale radicamento nella città e nelle altre province del Lazio, dopo alcune difficoltà iniziali.  Parlare delle scelte sulla presidenza della Regione è prematuro, anche perché ad oggi ancora non sappiamo quando si voterà.

    Ci piacerebbe però che emergesse il profilo di una candidatura espressione dei territori, non calata dall’alto, capace di produrre un concreto rinnovamento e che possa parlare fuori dai tradizionali confini del centrodestra che abbiamo conosciuto negli ultimi 20 anni nel Lazio.

    Il giudizio su Zingaretti – per rispondere alla sua seconda domanda –  è totalmente negativo.  Zingaretti si è dimostrato un personaggio completamente sopravvalutato sul piano politico e amministrativo, protetto da una buona parte della stampa romana abituata a frequentare i salotti della Sinistra radical chic.

    Sul piano amministrativo, la sua Giunta non ha lasciato alcuna traccia. Gli assessori da lui scelti, salvo rare eccezioni, si sono caratterizzati per una mediocrità imbarazzante. Del resto le mie riflessioni sono confermate dallo scarso gradimento che lo stesso Zingaretti riscuote all’interno del Pd e del centrosinistra. Il suo presunto valore aggiunto, a sostegno del Ministro Orlando durante le scorse primarie, è stato decisamente irrisorio.

    Infine, oggi l’unica sua preoccupazione è quella di trovare un modo per non ricandidarsi in Regione e scappare in Parlamento, segno evidente della sconfitta del suo operato.

    Pier Francesco Corso

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