San Gallicano: vanno raggiunti e vaccinati anziani, migranti e senza tetto

Roma – Bisogna raggiungere tutte le persone che sfuggono al Servizio sanitario nazionale, che rischiano di essere escluse dalla campagna di vaccinazione, altrimenti sarà impossibile raggiungere l’immunità di comunità.

Ne è convinto Aldo Morrone, direttore scientifico dell’Istituto San Gallicano Irccs di Roma. Il dermatologo infettivologo, esperto di malattie tropicali, intervistato da Nursind Sanità, sottolinea la necessità “pragmatica, non buonista” di vaccinare non solo gli anziani non ancora immunizzati, ma anche i senza fissa dimora e i migranti.

“Dobbiamo raggiungere quei 2,3 milioni di ultra 65enni che non si sono ancora vaccinati e per farlo si deve puntare maggiormente sui medici di medicina generale per arrivare nelle zone rurali e remote”, dice.

Rispetto alla vaccinazione dei più giovani, mentre crescono i dubbi sull’utilizzo di Astrazeneca anche attraverso open day mirati, Morrone osserva che è “è opportuno valutare bene quale vaccino usare, preferendo quelli che usano la tecnologia dell’Rna Messaggero come Pfizer e Moderna che, anche considerando le varianti, sembrano più sicuri ed efficaci”.

Il direttore scientifico del San Gallicano spiega poi che bisogna superare la fase di emergenza e il sistema degli hub puntando “sui medici di medicina generale. Il Pnrr può essere una grande opportunità per rivedere e migliorare il sistema, mettendo al centro la medicina territoriale. Io ad esempio- dice- trasformerei i medici di medicina generale da convenzionati a dipendenti del servizio sanitario, creando in questo modo un maggior coordinamento e più sinergia con tutte le altre figure sanitarie”.

Morrone avverte poi che “ci sono ampie fasce di popolazione che rischiano di essere escluse con un pericolo reale per la salute pubblica. Parlo- spiega- di italiani che hanno perso il lavoro, che io incontro per strada, poi ci sono i migranti che hanno un permesso di soggiorno e un lavoro, ma non sanno di poter accedere al servizio sanitario. Infine, ci sono quelli privi di permesso che hanno accesso al servizio con codice Stp (Straniero temporaneamente presente)”.

Considerando tutte queste tipologie sono “circa 700 mila persone che non sanno di poter accedere ai servizi, poi c’è tutto il tema dei Paesi in via di sviluppo. Basti pensare che mentre da noi si parla della terza dose ci sono tanti Paesi dove non hanno visto ancora la prima”.