Sappe: a Regina Coeli ennesimo detenuto suicida

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Roma – “Si è tolto la vita nel carcere Regina Coeli di Roma, dove era ristretto nel Centro Clinico in isolamento perché percosso da altri ristretti, un detenuto originario della Georgia”. A dare la notizia è Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

“Il pur tempestivo intervento dei poliziotti e degli infermieri non ha purtroppo permesso di salvare la vita all’uomo, che era in carcere per il reato di furto. Una brutta e triste notizia”.

Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, ricorda che nello scorso anno 2021 i suicidi in carcere furono 57 e richiama un pronunciamento del Comitato nazionale per la Bioetica che sui suicidi in carcere aveva sottolineato come “il suicidio costituisce solo un aspetto di quella più ampia e complessa crisi di identità che il carcere determina, alterando i rapporti e le relazioni, disgregando le prospettive esistenziali, affievolendo progetti e speranze. Il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti.”

“La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere. Proprio il suicidio è spesso la causa più comune di morte nelle carceri. Gli istituti penitenziari hanno l’obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l’Italia è certamente all’avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici.”

“Fondamentale- sottolinea- è eliminare l’ozio nelle celle. Altro che vigilanza dinamica. L’Amministrazione Penitenziaria non ha affatto migliorato le condizioni di vivibilità nelle celle, perché ad esempio il numero dei detenuti che lavorano è irrisorio rispetto ai presenti, quasi tutti alle dipendenze del Dap in lavori di pulizia o comunque interni al carcere, poche ore a settimana”.

Da qui il rinnovo dell’invito al Guardasigilli Marta Cartabia di trovare una soluzione urgente ai problemi penitenziari dell’intero Paese: “E’ anche per questo che il Sappe chiede alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia un Capo del Dap che sia orgoglioso delle donne e dei suoi uomini e sia loro vicino per quel che fanno ogni giorno, favorendo politiche penitenziarie che sappiano bilanciare bene trattamento e sicurezza, visto che ultimamente di sicurezza nelle carceri italiane ce n’è sempre meno…”, conclude Capece. (Agenzia Dire)

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