Schifani: Non ci sentiamo minacciati dal partito di Renzi, tutt’al più stimolati

Roma – Schifani (FI): “Non ci sentiamo minacciati dal partito di Renzi, tutt’al più stimolati. Se più centrodestra deve significare meno Forza Italia così non va. Legge elettorale? Servirà condivisione, chi in passato ha fatto una legge elettorale per il proprio tornaconto poi gli si è ritorta contro. FI? Dibattito interno lo considero concluso dopo l’intervista di oggi di Berlusconi. Conte? E’ una persona colta e preparata ma dovrà mediare in un governo in cui c’è dentro di tutto. Il collante di questo governo è solo impedire a Salvini di andare al governo. Ricorda un po’ la stagione berlusconiana. Ma in questo caso ci sono realtà politiche completamente lontane, si va da Leu a Casini, quindi la mediazione sarà continua ed estenuante. Inoltre c’è chi come Di Battista che bombarda dall’esterno. Non prevedo una navigazione semplice”

Renato Schifani, Senatore di Forza Italia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Su Italia viva di Renzi. “Non ci sentiamo minacciati, tutt’al più stimolati –ha affermato Schifani-. Non v’è dubbio che FI debba recuperare una grossa fetta dell’area moderata che in questi anni ha perso. Renzi si pone a quell’area moderata che guarda a sinistra, certo lui non è un uomo della sinistra ortodossa, è un liberale, un riformista, ma ora è in un governo con Leu e il M5S. Per noi è uno stimolo ad impegnarci sul territorio con la forza delle proposte”.

Sul centrodestra. “Se più centrodestra deve significare meno Forza Italia così non va. Io preferisco che il centrodestra tenga ma che aumentino i consensi di FI. Al di là dei dibattiti interni al nostro partito, dovremmo occuparci molto di più di sposare nostri temi da portare in Parlamento e sul territorio. C’è molto lavoro da fare ma si può fare bene, basta impegnarsi e fare in modo che le contraddizioni di questo governo possano venire fuori e andare in crisi. Essere alleati non significa condividere tutto. In questi giorni vi è stata l’esigenza di riaffermare la distinzione rispetto alla Lega su alcuni punti. Il dibattito interno in FI lo considero concluso con le dichiarazioni di oggi di Berlusconi”.

Sulla legge elettorale. “Chi in passato ha fatto una legge elettorale per il proprio tornaconto poi gli si è ritorta contro. E’ un impegno non indifferente, ma partendo dal presupposto che la maggioranza dovrà accompagnare il taglio dei parlamentari con una riforma proporzionale. Il centrodestra dovrà presentarsi con una proposta condivisa, ma non avendo i numeri rischiamo che non venga approvata. Quindi una trattativa sulla legge elettorale, come fu per il Rosatellum, è auspicabile”.

Su Giuseppe Conte. “Conte è una persona colta e preparata, dal garbo apprezzabile, ha imparato subito l’arte del governo, si è posto bene nello scenario europeo, ha intrattenuto rapporti diretti con i leader mondiali, è un abile mediatore e in questo governo dovrà continuare a mediare perché non è cambiato lo scenario. Mentre il governo gialloverde aveva almeno un contratto, qui non c’è nulla, c’è solo la volontà di contrastare Salvini. Il collante di questo governo è solo impedire a Salvini di andare al governo. Ricorda un po’ la stagione berlusconiana. Ma in questo caso ci sono realtà politiche completamente lontane, si va da Leu a Casini, quindi la mediazione sarà continua ed estenuante. Inoltre c’è chi come Di Battista che bombarda dall’esterno. Non prevedo una navigazione semplice”.