Senza Tregua, inchiesta edilizia scolastica

Più informazioni su

    Percapire cosa vuol dire tagliare i finanziamenti alla scuola pubblica, bastafarsi un giro nelle scuole. Sentiamo parlare in questi giorni di “sacrificinecessari” ed imminenti ulteriori tagli sul settore pubblico, che potrebberoriguardare anche la scuola. L’Unione Europea ha fatto del pareggio di bilancioun dogma a cui tutti gli Stati devono attenersi, il ricatto delle istituzioniinternazionali, dal Fondo Monetario alla BCE impone restrizioni sulla spesapubblica. Queste politiche non sono poi così nuove. In questi ultimi anni ineffetti ne abbiamo sentito parlare spesso ed il risultato dei tagli sistematicidi fondi al settore pubblico sono sotto gli occhi di tutti. Siamo sempre statimolto attenti alla questione dell’edilizia scolastica, che a nostro parererende immediatamente chiari i risultati di politiche di questo tipo. L’annoscorso abbiamo presentato un’inchiesta sulla condizione degli istituti diistruzione superiore a Roma. Siamo tornati sui luoghi della precedenteinchiesta per vedere ad un anno di distanza cosa è cambiato, in meglio o inpeggio, e per dare un messaggio chiaro a questo governo: sulla sicurezza deglistudenti non si taglia. Lo facciamo in occasione di una data simbolica, il 22novembre, anniversario della morte di uno studente, Vito Scafidi, a Rivoli inprovincia di Torino. Vito rimase ucciso dal crollo di un controsoffitto durantel’orario di lezione. In occasione dell’anniversario gli studenti romaniscenderanno in piazza per chiedere sicurezza nelle scuole e opporsi all’idea dinuovi tagli sulla scuola. Dopo ogni tragedia di questo tipo per alcuni giornidomina il solito interrogativo: “Si poteva evitare?”. Passati quei pochi giornila realtà torna la stessa. La mancanza cronica di interventi di manutenzione acausa della sistematica mancanza di fondi necessari e la presenza di istitutifatiscenti rende tutto uguale a prima. Basta leggere le stime cheorganizzazioni che dispongono di strumenti maggiori dei nostri hanno divulgatoin questi giorni, basta citare a questo fine le stime ufficiali dell’anagrafedell’edilizia, istituita nel 1996, che parla del 28% degli istituti scolasticiitaliani a “particolare criticità”.

    Lapessima condizione dei controsoffitti che costò la vita alla studente diRivoli, è una caratteristica abbastanza comune nelle scuole romane, che si èpalesata poche settimane fa, quando una pioggia è bastata a mandare in tilt unacittà e decine di scuole hanno registrato casi di infiltrazioni, alcune alivelli talmente allarmanti da necessitare la chiusura temporanea. Ma andiamocon ordine, ripartendo da quanto segnalato l’anno scorso e da nuove scuole.

    Partiamodal Liceo Socrate una scuolacostruita quaranta anni fa per dare un liceo ad un quartiere popolare,Garbatella, che avrebbe dovuto avere negli anni successivi interventistrutturali che non sono mai stati compiuti. Il Socrate è stato realizzato condelle strutture prefabbricate ed ospita un numero di studenti maggiore rispettoalla capacità della scuola. Le aule sono spesso sovraffollate e le lezioni si svolgonoanche in aule originariamente adibite a laboratori e anfiteatri. Siamo moltofelici di costatare che la Provincia è intervenuta sulla segnalazione più voltecondotta dalla scuola e dagli studenti della condizione dei bagni. In effettiabbiamo trovato un miglioramento rispetto allo scorso anno: i bagni, primainagibili sono stati rifatti al secondo e terzo piano. Non ancora risolta èinvece la questione spinosa dei controsoffitti. Il Socrate è una delle scuoleche in occasione della pioggia del 20 ottobre ha infatti presentato unasituazione molto critica. Un pezzo di controsoffitto è crollato in testa ad unragazzo, per fortuna illeso, e diversi punti della scuola si sono allagati. Lacondizione dei controsoffitti era stata segnalata proprio nell’inchiesta delloscorso anno e non è stato posto ancora alcun rimedio. La mancanza di questaforma di manutenzione rischia di diventare assai problematica a causa delleinfiltrazioni d’acqua. Il problemadei controsoffitti rimanegrave anche al Mafai, all’ISA Roma II di via del Frantoio, all’Armellini, alla succursale del Tacito, al Pasteur, al VittoriaColonna, al Cartesio mentre cirisulta che lavori importanti si stiano svolgendo proprio in questi giorni alliceo Cavour, dove avevamo segnalatoproblemi ai controsoffitti nell’inchiesta di due anni fa.

    Ilproblema delle infiltrazioni di acquaresta a nostro parere la situazione più critica e problematica, e soprattuttopotenzialmente molto pericolosa. Riceviamo segnalazioni dalla succursale del Machiavelli, dove eravamo andati loscorso anno e nulla pare cambiato, all’Amaldidi via Ponti.

    Criticaanche la situazione del Plauto durante il nubifragio di ottobre, quando diverse classi sonostate dichiarate inagibili, l’aula studenti è stata allagata e così anche unlaboratorio. Le classi sono state spostate in altri laboratori vuoti per farelezione, per una settimana circa. Nella succursale la situazione è ancor piùcritica, qui muffa e umidità la fanno da padroni. Le infiltrazioni interessanoanche le mura della scuola, che in alcuni casi appaiono parzialmente sgretolatea causa dell’acqua. Sempre al Plauto un intero piano dell’edificio è chiusoperché inagibile.

    Allasuccursale del liceo Orazio, in viaSpegazzini, le infiltrazioni durante il nubifragio di ottobre sono state moltoevidenti, con classi con caduta di acqua dal soffitto. Situazione simile al Cartesio dove ad allagarsi sono stati ibagni, e all’IPS Federico Cesi, dovel’allagamento della palestra a quanto riferito dagli studenti è un eventopiuttosto ricorrente ad ogni pioggia. Situazione critica sotto questo profilo è sicuramente il Liceo Albertelli di via Manin.L’intera scuola è stata evacuata durante il temporale del 20 ottobre a causadelle infiltrazioni di acqua che avevano allagato i piani superiori. Entrandoall’Albertelli gli studenti ci hanno fatto notare un particolare abbastanzainquietante. Se si percorrono i corridoi del primo piano, basta camminarevelocemente o fare un piccolo salto per sentire un vibrazione di tutto ilpiano. Abbiamo provato e l’esperienza non è stata delle migliori e gli studentidella scuola ci assicurano che ad ogni uscita, quando si muovonocontemporaneamente molti studenti l’effetto è ancora più impressionante. Nonabbiamo le competenze tecniche per affermare se questa vibrazione sia l’indiziodi problemi strutturali. Non spetta a noi, ma ci permettiamo di segnalarlo achi di dovere, per effettuare i dovuti controlli.

    Ildisagio di vivere in scuole non adatte è comune a molti studenti. Ancora oggiinfatti molte scuole sono formate da classi create con container o prefabbricati e spesso al danno si aggiungeanche la beffa. Abbiamo già citato il caso del Socrate, a cui si aggiunge il Pasteur,dove alcune classi sono veri epropri container in pannelli di truciolato, spesso sfondati e mal ridotti.All’agrario Emilio Sereni un bellissimo edificio nelverde grande e ricco di attrezzature è abbandonato e l’istituto vero e proprioè situato nella provvisoria (?) sede centro metri più avanti. Lo stesso Mafai, via di Tor Marancia, è un prefabbricato, ma anche qui aldanno si aggiunge la beffa di una nuova costruzione che però non è mai stataconsegnata. Qui il disagio si sente durante le lezioni, con i pannelli che nonriescono a costituire una barriera efficace per le voci delle classi vicine.

    Altro problema fondamentale è infatti la mancanza di aule che unitaall’aumento del numero di studenti per classe genera problemi e disagi per glistudenti. Lo abbiamo segnalato lo scorso anno in moltissimi casi, che non sonostati risolti. Ancora oggi al Visconti,ci sono le “classi nelle classi” ossia due aule che ospitano due classi il cuiunico ingresso è nella classe precedente e non in un corridoio, cosa checostituisce una violazione di sicurezza norme elementari e verrebbe da direanche di buon senso. Persino all’Augusto,scuola che ha una condizione oggettivamente invidiabile sotto molti aspetti,esistono problemi di sovraffollamento con due classi ricavate dalla divisionedella vecchia Aula Magna, con il solito pannello che non isola il suonorendendo la lezione “comune” con la classe accanto. Sul problemadell’affollamento delle classi molte situazioni sono venute a galla all’iniziodella scuola, in moltissimi istituti di Roma. Altrettanto problematica la situazione di infissi e porte. Non sono rari icasi in cui abbiamo registrato situazioni non a norma o palesemente pericolose.

    All’Istituto Neumann,di San Basilio, sempre il 20 ottobre un colpo di vento ha causato la caduta diuna finestra su uno studente, che ha riportato una contusione ed un taglio cheha necessitato alcuni punti di sutura. Casi particolari di mancanza di finestresi segnalano anche al Gassmann.

    Mancanza o inadeguatezza di scale antincendio, e vie di fuga ulteriori alle singolescale principali si segnalano in diverse scuole: non le hanno le succursali del Tacito e del Machiavelli,sede di San Lorenzo, dove, in quest’ultimo caso il corrimano è tenuto legatocon del filo di ferro. Anche al Mamiani,le scale antincendio esterne presentano alcune problematiche. Prima di tuttonon sono ancora in funzione e bisognerà aspettare maggio di quest’anno, inoltrele scale portano ad un cortile adibito a parcheggio delle macchine deiprofessori, che potrebbero costituire un eventuale ostacolo alla via di fuga. Sullevie di fuga è triste dovercostatare che per il terzo anno consecutivo siamo costretti a segnalare ancorail caso della sede centrale del Nomentanodove le uscite di sicurezza sono chiuse con lucchetti o cancelli esterni chiusia chiave. Situazione comune ad altre scuole: come Lattanzio e Dante Alighieri.Problemi ai bagni si segnalano alCesi e al Plauto mentre lamancanza di spazi idonei all’educazione fisica, specie durante l’inverno ècomune a molte scuole, tra cui segnaliamo: Machiavelli succursale, Sibilla Aleramo di via Cannizzaro.

    Altro capitolo sono i problemi legati alle condizioni igieniche: topi,animali di vario tipo, muffa sono segnalati sempre al Federico Cesi, al Mafai, nei mesi precedenti anche alNomentano.

    Per tutto questo gli studenti scenderannoin piazza il 22 ottobre, per chiedere sicurezza nelle scuole ed una condizionedell’edilizia che garantisca un’istruzione sicura ed uguale in tutto il Paese. Siamo tornati negli istituti che avevamo inclusonell’inchiesta del 2010, e sebbene in molti di essi i problemi siano rimastigli stessi se non sono addirittura incrementati, in alcune scuole abbiamo trovatorisolti alcuni dei problemi segnalati in precedenza. Alcuni impianti sono statirimessi a norma e qualche problema strutturale è stato restaurato. Oltre adessere contenti per le migliorate condizioni degli studenti e di tutto ilpersonale che in quegli edifici studia e lavora tutti i giorni, questirilevamenti ci gratificano del nostro lavoro, in quanto siamo certi che ilnostro impegno di tutti giorni nelle scuole e le nostre inchieste hannocontribuito a portare alla luce problemi che troppo spesso vengono ignorati dachi governa questo paese. Non vogliamo prenderci tutti i meriti, ma fa piacerevedere che talvolta gli sforzi sono ripagati da risultati.

    Ma la situazione delle scuolea Roma e in tutto il Paese è ancora troppo grave per cantare vittoria esoprattutto peggiorerà se non ci saranno interventi immediati, come lasituazione del nubifragio del 20 ottobre ha dimostrato. Per tutti gli studentiche non hanno avuto alcun miglioramento della loro condizione, per quelli chenon studiano in scuole sicure il 22 novembre saremo in piazza. Si tratta della rispostapiù forte a quanti chiedono tagli all’istruzione e al settore pubblico, perché discuola non si può morire e perché la scuola deve essere un diritto e non unprivilegio.

    Più informazioni su