Si fa tutto per l’Africa (con qualche distrazione)

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    Si fa tutto per l’Africa (con qualche distrazione) – Il decreto del 10 aprile 2018 –

    Dopo i recenti avvenimenti (il crollo del ponte a Genova, le notizie di concessioni autostradali secretate, di proroghe illegittime di concessioni autostradali, senza gare ed infilate nottetempo con una leggina), naturale chiedersi, con legittima angoscia, dove Sinistra (tutta) e Casta intendevano condurre il nostro già sin troppo disastrato paese.

    Molti dei nostri lettori si domandano e ci domandano, con altrettanta angoscia, cosa sarebbe accaduto se al referendum costituzionale avesse vinto la Sinistra e se Renzi e soci avessero continuato a governare?

    Non ci vuole la palla di cristallo, alla luce dei fatti venuti a galla recentemente, per immaginare la definitiva catastrofe a cui il paese intero sarebbe andato incontro, per mano di questi insensibili, poco patriottici, famelici predoni, da tempo asserviti, per interesse e malevole idiozia, a tutti i tipi di Caste, italiane ed estere.

    Un significativo indicatore della loro sensibilità e del loro operato  è rinvenibile nella beffarda metodica (decreto legislativo di modifica della disciplina del regime di procedibilità per taluni reati, già legge dello Stato, pertanto controfirmato da Mattarella ed inserito in Gazzetta Ufficiale), attuata da governo ed Istituzioni dimissionari (Gentiloni, Orlando), per salvaguardare gli illeciti introiti di persone vicine all’ex premier toscano (Conticini, cognato di Renzi), interessate solo a distrarre danaro ed a rimpinguare i propri conti correnti con i proventi raccolti per l’Africa per conto dell’Unicef.

    Curiosi per questa nuova forma pubblica di incentivazione a delinquere, abbiamo reperito il decreto e ve lo sottoponiamo in sintesi e senza alcun commento, lasciando ai lettori il giudizio su tale follia normativa.

    Trattasi del decreto legislativo n. 36, del 10 aprile 2018, recante “Disposizioni di modifica della disciplina del regime di procedibilità per taluni reati in attuazione della delega di cui all’articolo 1, commi 16, lettere a) e b) , e 17, della legge 23 giugno 2017, n. 103”.

    Indichiamo, di seguito, i reati depotenziati, cioè quelli per quali non si procede più d’ufficio dalle Procure della Repubblica italiane, ma solo dietro presentazione di una querela da parte dell’interessato:

    1) Minaccia;

    2) Violazione di domicilio commessa da pubblico ufficiale;

    3) Falsificazione, alterazione o soppressione del contenuto di comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche;

    4) Falsificazione, alterazione o soppressione del contenuto di comunicazioni informatiche o telematiche;

    5) Violazione, sottrazione e soppressione di corrispondenza commesse da persona addetta al servizio delle poste, dei telegrafi o dei telefoni;

    6) Rivelazione del contenuto di corrispondenza, commessa da persona addetta al servizio delle poste, dei telegrafi o dei telefoni;

    7) Truffa;

    8) Frode informatica;

    9) Appropriazione indebita.

    Il provvedimento disciplina anche i relativi termini di prescrizione e specifica: “Per i reati perseguibili a querela, in base alle disposizioni del presente decreto, commessi prima della data di entrata in vigore dello stesso, il termine per la presentazione della querela decorre dalla predetta data, se la persona offesa ha avuto in precedenza notizia del fatto costituente reato”.

    Quindi, per il caso ipotizzato di appropriazione indebita ai danni dell’Unicef, da parte del parente di Renzi, l’Ente benefico si dovrà sbrigare a presentare querela, se vorrà recuperare gli oltre sei milioni di euro spariti, secondo la procura toscana, nei meandri dei conti dei parenti renziani, per evitare che il reato si prescriva.

    Per curiosità, siamo andati a vedere la composizione del Consiglio direttivo Unicef Italia.

    I membri del Consiglio Direttivo, eletti dall’Assemblea del Comitato Italiano per l’Unicef, in data 7 giugno 2018 sono:

    • Francesco Samengo (Presidente);

    • Carmela Pace (Vicepresidente);

    • Alberto Baban;

    • Eleonora Baltolu;

    • Brunello Cucinelli;

    • Matteo de Mitri;

    • Ginevra Elkann;

    • Giovanni Malagò;

    • Anna Miccoli;

    • Claudia Sella

    • Patrizia Surace;

    • Diego Vecchiato;

    • Walter Veltroni.

    Si sa che si fa peccato a pensar male!

    Ma da buoni cristiani, noi, per l’occasione, intendiamo peccare e senza tentennamenti di sorta, certi del perdono di Dio, di tutti i Media, peraltro troppo occupati ancora ad oscurare scientificamente la notizia, e dei pochi benpensanti rimasti di Sinistra.

    In chiusura, sempre per l’occasione, non possiamo non segnalare la distrazione del presidente della Repubblica Mattarella, avuta nel controfirmare tale provvedimento per la sua conversione in legge.

    Ma non era stato lo stesso presidente della Repubblica Mattarella che, il 12 maggio 2018, alla vigilia dell’insediamento del primo governo degli italiani, aveva ammonito M5s e Lega, avvertendoli che presidente non era un notaio?

    Per i giallo-verdi certamente no, ma per il frettoloso governo Gentiloni, peraltro all’epoca dimissionario, tutto dedito a far varare questo orribile provvedimento, le chiediamo rispettosamente, signor presidente, non ha per caso, riteniamo senza accorgersene, fatto da notaio?

    (Nella foto, Paolo Gentiloni)

    Pier Francesco Corso

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