Sindacati: al San Giovanni negata produttività operatori

Roma – “Un inverosimile schiaffo ai lavoratori in trincea, nel pieno della seconda ondata pandemica. Invece di fare di tutto per dare riconoscimento e garantire sicurezza agli operatori del San Giovanni Addolorata, ci si inabissa nelle pastoie burocratiche. Il contagio dilaga, con un’alta dolorosissima morte tra il personale, e la pressione cresce, mentre qui i ‘burocrati da salotto’ arrivano addirittura a negare la produttivita’ ai lavoratori”. Cosi’ Roberto Chierchia e Sandro Bernardini segretari generali di Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio denunciano il pasticcio tutto interno all’azienda che, per un veto del Collegio dei sindaci, ha portato il San Giovanni Addolorata a bloccare il pagamento del salario di produttivita’, “mediamente poco piu’ di 200 euro per operatore, certo molto meno di quanto meriterebbero”.

“La situazione e’ drammatica e non e’ pensabile che si perda tempo, con cavilli e rinvii, invece di riconoscere in ogni modo ai lavoratori l’impegno e il sacrificio che stanno offrendo all’intera comunita’- attaccano Chierchia e Bernardini- Tanto piu’ che le risorse, stanziate dalla Regione Lazio, ci sono. Cosi’ come la disponibilita’ della direzione ad avviare la contrattazione integrativa.”

“Ma il presidente del Collegio dei sindaci, nominato dalla Regione, arriva a smentire la Regione stessa e piazza questo colpo basso ai lavoratori.”

“Non accettiamo che la burocrazia interna metta a rischio un diritto fondamentale come quello alla retribuzione, soprattutto quando al personale si chiede uno sforzo enorme come il contrasto alla pandemia”.

“Nella struttura siamo arrivati a contare 70 operatori contagiati da Covid. Ieri purtroppo abbiamo dovuto assistere all’ennesima morte bianca, la quarta al San Giovanni Addolorata: un operatore socio sanitario, alla cui famiglia va tutto il nostro cordoglio e la nostra solidarieta’, che ha dato la vita per difendere quella dei pazienti”, proseguono i segretari di Cisl Fp Lazio e Uil Fpl Roma e Lazio.

“Il tempo e’ preziosissimo e non si puo’ sprecare in beghe oziose. Serve sicurezza, sorveglianza sanitaria, dpi, prevenzione. Servono assunzioni per sopperire a carenze che in questo momento non possiamo permetterci.”

“E bisogna mettere il personale nelle condizioni di dare il meglio. Anche attraverso segni tangibili come il premio di produttivita’ e il rinnovo dei contratti di lavoro, fermi da 3 anni.”

“Non possiamo permettere che questo sia il trattamento per chi e’ ogni giorno in prima linea con la propria professionalita’ e mette a repentaglio la propria salute per gli altri”.

“Per questo abbiamo indetto lo stato di agitazione di tutto il personale del San Giovanni Addolorata- concludono Chierchia e Bernardini- E chiederemo al prefetto, presso il quale si dovra’ effettuare il tentativo di conciliazione, di intervenire. O siamo pronti a tutte le iniziative per tutelare lavoratori e qualita’ dei servizi”.