Situazione di stallo per i Piani di Zona di Roma, urbanizzazione ferma

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    Situazione di stallo per i Piani di Zona di Roma. La denuncia arriva da costruttori e cittadini che lamentano una situazione di impasse burocratica per quanto riguarda la stipula della convenzione integrativa per la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria, come fognature, strade e impianti di illuminazione, a servizio degli interventi già in corso come Torresina 2 e Montestallonara, dove parte delle abitazioni sono ultimate ma non possono essere abitate perchè prive delle utenze e dei servizi. Il problema, spiegano alcuni costruttori a Ign, testata online del gruppo Adnkronos, è nell«interpretazionè che la sezione Appalti e Contratti del Segretariato del Comune di Roma dà all’Articolo 15 punto 2 dello schema di convenzione allegato alla delibera n. 85 del 1.04.2011 dove si chiede al comparente di presentare una fidejussione »a garanzia della corretta e puntuale esecuzione delle opere di urbanizzazione assunte a scomputo«. Per comparente si intendono le imprese e le cooperative che hanno firmato la convenzione madre (ossia il contratto tra il privato e il Comune di Roma) e che si impegnano a realizzare l’urbanizzazione attraverso un’apposita convenzione integrativa. Nel caso dei piani di zona 167, essendo molti gli operatori assegnatari, il Comune ha sempre incentivato una forma di coordinazione, e i comparenti si sono quindi riuniti in consorzi sotto la ‘guidà dell’Isveur, l’Istituto per lo Sviluppo Edilizio e Urbanistico Roma. Ed è proprio qui che si apre il contenzioso. Come spiega Giada Pittino, del Comitato Cittadini di uno dei piani di zona coinvolti, »mentre l’Isveur dice che devono essere i singoli costruttori aderenti al consorzio a fornire al Comune garanzia attraverso fideiussione in quanto il consorzio non svolge attività esterna ma solo di coordinamento, il Segretariato sostiene che visto che la convenzione integrativa verrà firmata dal consorzio a nome dei singoli costruttori con il Comune, di fatto svolge un’attività esterna e per questo deve presentare esso stesso la fideiussione a garanzia«. Un ‘vizio di formà che blocca la stipula della convenzione integrativa tra consorzio e Comune necessaria per la stesura e l’apertura del bando e quindi l’inizio dei lavori.

    Si tratta di una situazione paradossale dal momento, denuncia l’Isveur, poichè «quando sono state fatte le assegnazioni e stipulate le convenzioni tra Comune e operatori questo discorso non è stato fatto. Per di più si tratta di assegnazioni fatte da 4/5 anni e di consorzi costituiti ormai da più di due, quando le regole non erano ancora chiare e precise. Per il futuro siamo ben disposti a diventare l’interlocutore tra i costruttori e il Comune, ma per i piani di zona già avviati si dovrebbero cambiare troppe cose con una perdita considerevole di tempo e denaro a discapito di coloro che stanno aspettando casa». Non solo. Come sottolinea un costruttore del consorzio, «queste opere sono state approvate con delibere di giunta dello scorso autunno, che il segretariato ha vigilato e accettato. In questi mesi noi costruttori abbiamo presentato tutti i documenti e le garanzie necessarie per la stipula della convenzione integrativa, ma ora il segretariato dice che così non va bene». «Il problema legato alla fideiussione sollevato dal segretariato Generale – riconosce l’assessore all’Urbanista del Comune di Roma Marco Corsini ad Ign – esiste perchè, cambiando la legge europea, abbiamo dovuto inserire in convenzioni vecchie le nuove clausole imposte dalle norme che sono sopraggiunte. Capisco le difficoltà degli operatori ad adattarsi ad una nuova disciplina, ma tutti devono rimboccarsi le maniche perchè la legge non si può non applicare».

    «La materia dell’esecuzione delle opere di urbanizzazione – spiega ancora l’assessore – non era mai stata regolata. È vero che le aree sono state assegnate molti anni fa, ma le convenzioni integrative non sono mai state stipulate ed è ovvio che la stipula va fatto con la legge vigente al momento». Tuttavia, sottolinea Corsini, «lunedì mi confronterò con l’ufficio appalti e contratti del segretariato per cercare di risolvere il problema. Ma se emergerà l’esigenza reale di fare fideiussioni di un certo tipo, gli operatori si devono sedere al tavolo con la disponibilità a fare qualche sacrificio nel rispetto delle leggi e nell’interesse di tutti i cittadini». Nati «per affrontare l’emergenza abitativa a Roma e dare sostegno alle famiglie», i Piani di Zona si stanno dunque trasformando in una vera e propria odissea per migliaia di giovani coppie, famiglie con bambini, affittuari e persone in attesa dello sfratto che vedono nascere le proprie case, ma che non possono andare ad abitarle. «Abbiamo comprato su carta quattro anni fa – spiega uno futuri abitanti di Montestallonara – ma i lavori si sono interrotti più volte in attesa delle decisioni del Comune di Roma sulle urbanizzazioni. Tutto sembrava essersi risolto ad aprile di quest’anno con l’approvazione della delibera sulle opere di urbanizzazione, ma è stato di nuovo tutto bloccato e stanno nascendo delle vere e proprio cattedrali nel deserto».

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