Smi Lazio: vaccini, medici convenzionati chiedono coinvolgimento

Roma – “La linea adottata fino adesso dalla Regione Lazio sui vaccini alla luce della limitata adesione alla campagna vaccinale negli studi di medicina generale dovuta alla impossibilita’ tecnica sia negli ambulatori che in domiciliare, richiede un ampliamento della platea dei vaccinatori, coinvolgendo tutti i professionisti medici della medicina convenzionata al ciclo di vaccinazioni anti covid nelle Asl. Bisogna avvalersi delle strutture e dell’organizzazione delle Asl, non ripetendo l’esperienza dell’effettuazione dei tamponi negli studi medici”.

Cosi’ in un comunicato congiunto Gian Marco Polselli, Segretario Regionale del Sindacato Medici Italiani Lazio e Cristina Patrizi, Responsabile Regionale Area Convenzionale Smi Lazio, al termine dei lavori di segreteria regionale, allargata ai nuovi iscritti del sindacato, sulla campagna vaccinale anti- Covid.

“Solo quando avremo a disposizione i vaccini monodose potremo lavorare in autonomia, ma sempre con una forte integrazione con le aziende. La medicina generale e’ parte integrante del Servizio Sanitario Nazionale non e’ un’ancella, ne’ una branca collaterale. Occorre un cambio rapido di scelte e di visione operativa.”

“Non possiamo permetterci altri flop- aggiungono Polselli e Patrizi- Dobbiamo vaccinare oltre 5 milioni di cittadini del Lazio. Serve una forte integrazione aziendale per aumentare la platea dei vaccinatori. I medici di medicina generale sono disposti a integrare l’attivita’ ordinaria e straordinaria (gestione Covid) con attivita’ oraria in Asl pienamente integrata in azienda.”

“Non e’ una campagna antinfluenzale. Qui occorre vaccinare tutti i cittadini del Lazio per tutelarli dal Covid-19. La medicina generale deve essere integrata nelle attivita’ vaccinali con un impegno volontario e su base oraria. Si concretizzi, in questo modo, il supporto dei medici alla vaccinazione degli over 80enni.”

“Occorre uscire dalla logica emergenziale e prevedere interventi strutturali per la sanita’ e la medicina, invece, di sprecare 23 milioni di euro con le agenzie interinali per il lavoro a tempo di medici e sanitari. Si finanzi e si sostenga il territorio e la medicina convenzionata!”, concludono Polselli e Patrizi.