U.Di.Con: Roma Capitale riveda le agevolazioni

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    “Le novità introdotte da Roma Capitale in materia di trasporto pubblico sono assolutamente da rivedere, soprattutto quelle che riguardano le agevolazioni su i giovani e gli over 65 – afferma il Presidente Nazionale dell’U.Di.Con, Denis Nesci – siamo stati costretti ad accettare gli aumenti sui biglietti, con la speranza che tutto ciò nel breve tempo si traduca con il miglioramento del servizio; è però inaccettabile introdurre un abbonamento annuale su queste categorie, alla luce delle ripercussioni che una spesa media di 150 euro può avere sul bilancio familiare in questo particolare momento”.

    L’Unione per la difesa dei consumatori si schiera a fianco delle famiglie che in questi giorni hanno ricevuto una lettera dall’Atac, la quale li informa dei provvedimenti contenuti all’interno della delibera di Roma Capitale n.53 del 29 febbraio 2012, ridefinendo le agevolazioni tariffarie, a seguito dell’adeguamento operato dalla Regione Lazio.

    L’associazione ha quindi esaminato attentamente i nuovi parametri di accesso alle agevolazioni in base all’Isee, facendo un esempio semplificativo con un nucleo familiare composto da 3 membri (padre, madre, figlio): secondo quanto previsto dal nuovo prospetto, una famiglia con una casa di proprietà, con rendita di 1.000 euro e un reddito Irpef lordo di 10.000 euro, potranno beneficiare delle agevolazioni del primo scaglione (reddito ISEE fino a 10.000 euro; per rientrare nella seconda fascia (compresa fra i 10.001,00 ai 15.000,00 euro) il reddito Irpef lordo, sarebbe pari a 19.000 euro e, rimanendo costante la situazione di rendita di 1.000 euro; infine in una famiglia in cui entrambi i coniugi lavorano e percepiscono 30.000 euro lordi, con la casa di proprietà con una rendita di 1.000 euro, rientreranno nell’ultima fascia (15.001,00 e 20.000, 00).

    “Il provvedimento sembra una ghigliottina da cui rimangono fuori molte famiglie e pensionati che, seppur non rientrando in questi parametri, non possono proprio considerarsi in condizioni agiate; inoltre – aggiunge il Presidente Nesci – il nostro calcolo si è limitato ad un nucleo familiare con un solo figlio a carico, come faranno le famiglie costrette a pagare per 2 o 3 figli in un’unica soluzione? Come si può parlare di risparmio se si è costretti a pagare per forza per 12 mesi, proprio ora con  la 1° rata dell’Imu alle porte e con una serie di scadenze di altra natura fiscale come l’Irpef che si accavallerà alla 2° rata Imu?”

    Non si deve inoltre dimenticare lo stato in cui si trovano più della metà dei pensionati, che secondo i dati Istat percepiscono meno di 500 euro al mese.

    L’U.Di.Con chiede quindi al Comune di rivedere attentamente i parametri all’interno della delibera, reintroducendo perlomeno la mensilità dell’abbonamento che permetterebbe alle famiglie di rateizzare la somma, ricaricando la tessera solo per i mesi che effettivamente si prevede di usufruire del servizio.

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