Ufficio Immigrazione riapre tre mesi dopo: in centinaia in fila

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Roma – Amir ha preso l’autobus alle 5.10 questa mattina dall’Infernetto, quartiere a sud di Roma, e ha attraversato la citta’ per arrivare alle 7 a via Patini, per il primo giorno della riapertura dell’Ufficio immigrazione della Capitale. Quando arriva il suo turno sono le 11,30 : “Mi hanno dato un nuovo appuntamento per il 12 giugno – racconta -. Devo convertire il mio permesso di soggiorno, avevo il giorno libero e sono venuto subito. Mai mi sarei aspettato questa situazione”. Dall’alba, infatti, centinaia di persone si sono messe in fila davanti agli uffici, rimasti chiusi negli ultimi tre mesi per l’emergenza Covid.

C’e’ chi deve convertire il permesso, chi fare richiesta d’asilo, chi avere informazioni rispetto alla sua posizione. Il risultato e’ una coda lunghissima di persone ammassate e vicine, dove e’ difficile mantenere il distanziamento sociale richiesto dalla norme anticoronavirus. I poliziotti passano gridando continuamente di mantenere un metro di distanza ma ci sono troppe persone da distanziare.

“Non si capisce dove inizia e dove finisce la coda, ci dicono di stare lontani ma ci sono anche dieci persone ogni metro”, spiega John ricercatore universitario venuto qui per rinnovare il documento, in attesa di poter tornare in Inghilterra a studiare. Il suo permesso e’ scaduto da mesi, il primo appuntamento lo aveva ottenuto per il 23 marzo, ma poi e’ saltato con l’emergenza e ora la paura e’ di rimanere bloccato in Italia ancora a lungo. Alla fine dopo un’attesa di ore desiste e torna a casa.

Intanto la fila va avanti, il personale della questura decide di proseguire oltre l’orario di chiusura, previsto per le 12. L’obiettivo e’ smaltire quante piu’ procedure possibili o dare nuovi appuntamenti, per evitare che nei prossimi giorni la situazione si ripeta. Questa mattina la situazione all’ufficio immigrazione di Roma di via Patini. Centinaia di persone in fila dall’alba, dopo tre mesi di stop. Impossibile il distanziamento.

Una situazione prevista e prevedibile secondo Giovanna Cavallo, consulente legale di Pensare Migrante. ” Dopo tre mesi di chiusura senza alcun riscontro informativo per i migranti, se non attraverso le associazioni dal basso, era quasi inevitabile che oltre 500 persone si riversassero in mattinata qui davanti nel primo giorno di apertura”, spiega. L’ufficio e’ stato chiuso ad inizio marzo per l’emergenza Covid. Le persone che sono qui oggi vogliono sapere dello stato della loro procedura, molti hanno ottenuto un diniego e sono ricorrenti, altri devono rinnovare la protezione internazionale. Il problema e’ stata la carenza di informazioni in questi mesi. L’ufficio profughi a Roma da’ 20 appuntamenti al giorno in media, se per tre mesi questi 20 appuntamenti al giorno sono saltati. era da aspettarsi questa situazione”.

Per Cavallo “bisognava attrezzarsi meglio, anche contattando le associazioni che seguono i migranti e che a loro volta avrebbero potuto informare i propri assistiti. Da questa mattina molti dirigenti sono scesi a dare informazioni – aggiunge -ma c’era comunque troppa gente. Anche chi per decreto ha il permesso prorogato fino al 31 agosto alla fine e’ venuto qui a chiedere informazioni, perche’ magari non lo sapeva”.

Nei giorni scorsi anche Stefano Paoloni, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia (Sap) in una nota aveva denunciato una situazione a rischio: “Riparte l’attivita’ degli Uffici Immigrazione con nuovi carichi di lavoro e mancanza di personale. La situazione rischia il collasso” sottolinea. A preoccupare e’ anche l’imminente inizio delle procedure per la regolarizzazione, per cui sara’ possibile fare richiesta dal 1 giugno.

“Gli accessi saranno regolati e contingentati per il rispetto dei decreti Covid-19 – spiega – e gli appuntamenti per la presentazione delle istanze di rinnovo inviate tramite Poste Italiane spostate a cominciare dal 15 giugno 2020. Ma e’ bene sapere che l’attivita’ degli Uffici Immigrazione richiede un’organizzazione attenta e complessa come l’esperienza di questi mesi ha dimostrato e per tornare alla ‘normalita” servira’ molto tempo. E come se non bastasse, coi primi di giugno partiranno le procedure per la sanatoria per i migranti irregolari del settore agricoltura, colf e badanti. Il rischio concreto e’ che l’apparato vada al collasso”.

“Pare sia previsto un supporto agli uffici immigrazione di circa 900 lavoratori interinali – aggiunge – ma le tempistiche di inizio della loro collaborazione non sono chiare e certamente non avverra’ prima dell’inizio delle procedure. L’esperienza purtroppo ci insegna che in questi casi i nostri uffici se non adeguatamente rinforzati e organizzati anche nella parte che svolgono indagini specifiche, rischiano il collasso, e ad oggi purtroppo non abbiamo notizie di iniziative del Dipartimento in tal senso. L’esecutivo sappia che la situazione e’ seria: da una parte gli uffici immigrazione rischiano il collasso oppure, dall’altra, per dargli rinforzo si dovra’ distrarre personale e risorse da altre articolazioni ponendo queste ultime nella condizione di inoperativita’ poiche’ gli organici di tutti gli uffici sono ridotti all’osso”.

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